“Non abbiamo fatto niente per mettere in dubbio l’etica e la morale di Fca”, ha rivendicato Sergio Marchionne poche ore dopo l’esplosione del dieselgate targato Fca. “Non c’è mai stata nessun intenzione” di installare software illegali, “abbiamo effettuato tutte le comunicazioni” sui software, ha aggiunto sottolineando che “la coscienza della nostra società è pulita. Non abbiamo rinvenuto alcuna indicazione” di tentativi di frode da parte “dei nostri”. Tra Fca e l’Agenzia per la Protezione ambientale americana, quindi, c’è una “differenza di opinione sugli aspetti tecnici: non c’è nessuno che ha cercato di creare un sistema di frode”.
Marchionne del resto non avrà certo dimenticato che a scandalo Volkswagen ancora caldo il presidente di Fiat Chrysler
Automobiles, John Elkann, aveva sottolineato che il dieselgate alla tedesca “è molto grave”, ma è “specifico di una società e non un problema dell’intero settore dell’auto”. L’erede di Gianni Agnelli non era entrato nel merito della vicenda che aveva coinvolto la casa di Wolfsburg se non per dire “non commentiamo quello che accade ai concorrenti, vedremo di capire meglio dalle indagini”, non senza aggiungere di essere “particolarmente felice che Fca sia tra le società nel mondo più rispettose dell’ambiente“.
Naturale quindi che oggi Marchionne sia “davvero arrabbiato” per le notizie che equiparano i problemi di Fca a quelli di Volkswagen e si spinga a dire che “noi non apparteniamo a una classe di criminali“, dopo che lunedì si era detto “scioccato” per l’arresto del top manager di Vw, Oliver Schmidt. Quindi il sospetto: “Spero che non sia una conseguenza di una guerra politica fra l’amministrazione uscente e quella entrante” negli Stati Uniti, azzarda sostenendo che quello dell’Agenzia per la Protezione Ambientale è il “comportamento di un’agenzia che perderà efficacia”. La speranza, dunque, è che con il cambio di presidenza, e l’uscita di scena dell’amministrazione che ha consentito a Fiat di rilevare Chrysler, si possa ragionare diversamente. Anche se, ammette Marchionne, “è difficile prevedere come andranno le trattative con la nuova amministrazione”. In ogni caso il piano è di collaborare con l’Agenzia per la Protezione Ambientale e presentare alla prossima amministrazione il proprio caso contro le accuse per la violazione delle norme sulle emissioni diesel: “Ci siederemo e cercheremo di risolvere”.