I processi decisionali, lo scambio di informazioni, la coordinazione della comunicazione e i rapporti con Beppe Grillo e Davide Casaleggio. E poi il ruolo di David Borrelli, lo stratega dell’alleanza con i liberali, poi clamorosamente fallita a sorpresa. Continuano i maldipancia interni alla delegazione del Movimento 5 Stelle in Europa. Dissidi e rimostranze che arrivano nel day after di un doppio addio: quello degli europarlamentari Marco Affronte e Marco Zanni. Sono ore difficili quelle che si vivono nei corridoi che a Bruxelles ospitano gli uffici degli europarlamentari pentastellati. Giorni complicati cominciati lunedì 9 gennaio, quando l’Alde di Guy Verhofstadt aveva bocciato a sorpresa l’entrata dei pentastellati tra i liberali, già approvata dal 78,5% dei votanti chiamati ad esprimersi sul blog di Beppe Grillo.
Una proposta messa ai voti sul blog senza che gli europarlamentari fossero stati preventivamente avvertiti, e poi drammaticamente fallita nonostante tutti considerassero ormai chiuso l’accordo con il gruppo dei liberali. Logico dunque che il clima tra i grillini eletti all’Europarlamento sia diventato incandescente. Ieri il gruppo pentastellato ha quindi perso due europarlamentari, Affronte e Zanni, che hanno aderito rispettivamente ai Verdi e all’Enf, la formazione che riunisce la Lega Nord ed il Front National, mentre l’altra deputata Daniela Aiuto è stata “recuperata” dai colleghi grillini quando il gruppo ecologista aveva già approvato la sua entrata. “Mi dispiace veramente dirlo – ha scritto Ignazio Corrao riferendosi ai due fuoriusciti- ma se non rassegneranno le loro dimissioni da eurodeputati per me avranno la stessa credibilità di un Currò o di uno Scilipoti qualunque”. I dissidi interni, però, non si sono esauriti con la doppia defezione. Anzi, secondo l’agenzia Adnkronos, addirittura altri cinque deputati sarebbero pronti a lasciare il M5s. Ipotesi bollata come “priva di ogni fondamento“, in una nota sottoscritta da tutti i 15 parlamentari grillini. Un segnale di unità in quella che è la fase più difficoltosa nella storia del M5s in Europa.
Anche i bene informati, infatti, escludono l’esistenza di “gruppetto di 5” che avrebbe minacciato l’addio. È un fatto, però, che da lunedì i grillini a Bruxelles siano praticamente in riunione permanente per provare a uscire dalla crisi e ripartire analizzando gli errori fatti. Uno il tema di discussione dopo l’addio di Affronte e Zanni: riorganizzare i rapporti sia all’interno che all’esterno del gruppo. Ai deputati, infatti, non è piaciuto che Grillo abbia lanciato il voto sul blog per scegliere il gruppo in cui confluire senza informarli prima. Il fatto che poi le trattative con i liberali siano naufragate a sorpresa ha reso consequenziale – e praticamente dovuta – la richiesta di un “cambio di passo” nella gestione del gruppo: rivedere il modo in cui vengono prese le decisioni e in cui circolano le informazioni, riorganizzare i rapporti con chi cura la comunicazione, e quindi direttamente con Grillo e Casaleggio.
Aperta rimane poi la questione Borrelli: il parlamentare trevigiano era il garante delle trattative con Verhofstadt, e infatti veniva indicato come il nuovo copresidente grillino del gruppo Alde. Gli altri deputati, invece, sostengono di essere rimasti fino alla fine all’oscuro dei dettagli previsti dall’accordo con i liberali: un’alleanza che sembrava già chiusa. Così non è stato, e per questo motivo adesso i parlamentari pentastellati chiedono un ridimensionamento del ruolo di Borrelli, fino all’altro ieri considerato una sorta di leader ombra tra i 5 Stelle a Bruxelles. Su richiesta di Nigel Farage, il parlamentare trevigiano ha già perso il ruolo di copresidente del gruppo Efdd, dove i grillini sono dovuti tornare obtorto collo per evitare di finire tra i Non Iscritti dopo il fallimento dell’alleanza con i liberali. L’obiettivo è che in futuro nessuno s’intesti personalmente una faccenda tanto delicata – come il passaggio in un altro gruppo – senza condividere tutte le informazioni con gli altri deputati. Borrelli, da parte sua, si è preso le responsabilità di quanto accaduto, scusandosi con gli altri deputati. Poi è sparito: all’Europarlamento i colleghi non lo vedono da ieri.
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