L'eurodeputato, confluito nell'eurogruppo di cui fanno parte partiti di estrema destra, sogna di unificare "un fronte antieuro da sinistra a destra e, con l'economista Claudio Borghi, presentarlo alle politiche". E sulla penale di 250mila è netto: "Non è un problema se intendono chiederla, agirò di conseguenza. La mia è una svolta di coscienza"
“Con la Lega e l’Enf condivido in pieno la battaglia contro l’euro e per una nuova Europa“. A parlare è Marco Zanni, europarlamentare pentastellato che da ieri è passato all’Enf, l’eurogruppo di cui fanno parte i partiti di Matteo Salvini e Marine Le Pen, intervistato dal Corriere della Sera. Un passaggio molto gradito proprio al leader del Carroccio che, parlando questa mattina a Radio Cusano Campus, si è detto “assolutamente felice” del fatto che l’europarlamentare abbia “ritenuto di poter proseguire la sua battaglia con coerenza nel gruppo di cui fa parte la Lega”. Poi, Salvini ha attaccato i M5S: “Da parte loro vedo e sento molto disorientamento, pensavo fossero nostri alleati nella battaglia contro questa Europa e contro questo Euro, poi hanno provato a entrare nel gruppo più europeista che ci sia, ma li hanno cacciati fuori prima ancora che entrassero”.
Zanni, trentanni, laurea alla Bocconi in gestione aziendale e una breve esperienza alla banca Banca Imi, spiega di aver lasciato il Movimento perché “non è più credibile nel portare avanti le battaglie contro euro e l’Unione Europea”. Dopo la Brexit i Cinque stelle hanno avuto un cambio di rotta, spiega Zanni, “volevano darsi un vestito più moderato per rimanere in Europa e l’Euro”. Il passaggio in Alde, poi, è stato “portato avanti da David Borrelli“. Se fosse andata in porto – continua parlando al quotidiano di via Solferino – “avrebbe controllato il M5S in Unione Europea”. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso perché già dopo il voto in Gran Bretagna l’europarlamentare lombardo era stato invitato a commentare la Brexit in tv ma fu “sostituito da Borrelli proprio per attenuare le mie posizioni anti euro. Già allora avevo pensato di lasciare”.
Per Zanni “c’è una mancanza di fiducia nei confronti di noi deputati”. Infatti, spiega, il passaggio in Alde “ha mostrato ancora una volta la mancanza di democrazia interna” questo perché i vertici hanno mantenuto una “struttura feudale” attraverso un “blog che indirizza le scelte”. Ma questo non è compatibile con il loro bacino di voti: “non possono scegliere in 40mila se hai milioni di elettori”.
L’europarlamentare, poi, ha raccontato sempre al Corsera che per il futuro sogna di unificare “un fronte antieuro da sinistra a destra e, con l’economista Claudio Borghi, presentarlo alle politiche”. E sulla penale di 250mila Zanni è netto: “Non è un problema se intendono dare il la alla cosa, agirò di conseguenza. La mia è una svolta di coscienza”.