Televisione

Music, Paolo Bonolis mette in scena un Sanremo alternativo e lo fa alla grande. Unica nota stonata? La ‘marketta’ di John Travolta

Un bel progetto televisivo, confezionato alla perfezione e condotto con il solito piglio dal conduttore romano. È il Bonolis che conosciamo ormai da decenni, che dà il meglio di sé quando è mattatore, quando conduce le danze e detta i tempi, quando è padrone assoluto della scena. Il rischio, però, è che Music resti una pregevole eccezione e che Bonolis torni a intorpidirsi nel “minimondo” di Avanti un altro

di Domenico Naso

Paolo Bonolis appartiene al club esclusivo dei personaggi televisivi che possono permettersi di scegliere i progetti, le trasmissioni, che vanno in onda solo se hanno un’idea da sviluppare a loro piacimento. E poi, particolare per nulla trascurabile, il conduttore romano deve divertirsi, altrimenti preferisce stare fermo un giro (a differenza di chi, pur di andare in onda, condurrebbe persino l’Angelus della domenica). E mercoledì sera, casualmente nello stesso giorno in cui si svelava il Sanremo targato Conti-De Filippi, su Canale5 è andato in onda Music, il programma-evento con il cast forse più ricco della storia recente della televisione italiana.

L’idea (sembra incredibile, ma esistono ancora trasmissioni televisive con un’idea) è quella di ospitare grandi nomi della musica a interpretare la canzone della loro vita, condita con un aneddoto, con il racconto del rapporto tra l’artista in questione e le sette note. Il cast, dicevamo, è di quelli da far tremare le vene ai polsi. Nella prima delle due puntate, si sono succeduti sul palco artisti come Elisa, Simon Le Bon, Francesco Renga, Fedez e J Ax, The Kolors e Tullio De Piscopo, Enzo Avitabile, Ezio Bosso, Manuel Agnelli, John Travolta, John Miles. E dai Pink Floyd ai Beatles, passando per gli Articolo 31, Mina, Leonard Cohen e Pino Daniele, la playlist della trasmissione è di alto livello, persino troppo per una prima serata di Canale5. Tra un’esibizione e l’altra, Bonolis fa da narratore, a tenere le fila di un racconto televisivo-musicale che non annoia e ha un ritmo cadenzato tipicamente “bonolisiano”. L’ospitata di John Travolta è stata quella meno efficace, con meno senso, anche perché il fu Tony Manero (la camminata dei tempi d’oro del Travolta di oggi è stata triste assai) sembra essere arrivato nello studio di Music più per fare una marchetta incomprensibile a un resort a 8 stelle che sta per nascere in Belize che per altro. Immancabile (causa scuderia comune con Bonolis) l’arrivo in studio di Lorella Cuccarini (“l’Olivia Newton-John italiana”, azzarda il conduttore). Il talk migliore, invece, è stato quello con Manuel Agnelli (che si conferma animale televisivo a dispetto delle errate convinzioni pre-XFactor). A parte le frasi sensatissime su musica, talent e Beatles, il frontman degli Afterhours ha raccontato anche un piccante aneddoto che lo ha visto protagonista. Nel corso di un concerto, Agnelli si era lanciato dal palco sul pubblico, come stage diving da rocker impone. Ebbene, tra i tanti fan assatanati, qualcuno ha pensato bene di afferarlo per il pene, dando vita a una indubbiamente originale masturbazione.

È una sorta di Il Senso della Vita in chiave musicale, una riedizione senza gara (e quindi con un cast decisamente migliore) dei festival condotti da Bonolis. È il Sanremo personalissimo che il conduttore ha voluto mettere in scena, dimostrando ancora una volta che quando fa quello che sa fare, non ce n’è per nessuno.

Nella scorsa stagione televisiva, complice anche la richiesta di Canale5, Bonolis era tornato in onda con Ciao Darwin, mettendo il suo innegabile talento al servizio di un format stantio e trash, che non rende giustizia al conduttore televisivo migliore d’Italia (solo il “giovane” Cattelan sembra poter reggere il confronto). Ma se la condizione per poter vedere in tv un progetto così ben confezionato e raccontato come Music è doverci sorbire il vuoto pneumatico di Ciao Darwin, siamo disposti a sopportarlo.

Certo, un programma evento come Music può esistere solo una tantum (andrà in onda una seconda puntata), ma forse questa trasmissione servirà a far capire a Mediaset un paio di cose fondamentali: la prima è che hanno in casa (e lo pagano profumatamente) un fuoriclasse che va “sfruttato” in modo migliore; la seconda, più generale e ancora più importante, è che si può fare intrattenimento televisivo anche senza reality e che anche senza Sanremo si può confezionare un programma musicale di livello.

A proposito di Sanremo, però, Music potrebbe anche essere stata la prova generale del Festival del prossimo anno, visto che in molti già vedono Bonolis pronto a tornare per la terza volta in Riviera. L’unico ostacolo potrebbe essere, appunto, il Bonolis 2.0 Alessandro Cattelan, anche se resta da capire se i tempi siano maturi e se il conduttore di X Factor sia già in grado di sobbarcarsi un progetto del genere, anche dal punto di vista della scrittura e della direzione artistica.

Per adesso, visto che ancora deve vedere la luce il Festival di quest’anno, prendiamo Music per quello che è stato: un bel progetto televisivo, confezionato alla perfezione e condotto con il solito piglio dal conduttore romano. È il Bonolis che conosciamo ormai da decenni, che dà il meglio di sé quando è mattatore, quando conduce le danze e detta i tempi, quando è padrone assoluto della scena. Il rischio, però, è che Music resti una pregevole eccezione e che Bonolis torni a intorpidirsi nel “minimondo” di Avanti un altro o, peggio ancora, in roba alla Ciao Darwin. Se hai una Ferrari in garage, però, non ha davvero senso usarla per fare giri in giardino. E se Mediaset non è in grado di sfruttare appieno le qualità di Bonolis, allora tocca a lui trarne le conseguenze e magari tornare tra le braccia di Mamma Rai, dovrebbe potrebbero attenderlo progetti più interessanti.

Con Music, Mediaset ha capito di poter produrre intrattenimento televisivo di alto livello. Dalle parti di Cologno avranno il coraggio di continuare su questa strada, magari rinunciando a qualche reality di troppo?

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