Installato nel 1997, il ripetitore RM2877-Largo Toniolo non ha mai avuto le autorizzazioni necessarie. L'allora Omnitel la installò nel febbraio del 1997. Da allora è in funzione senza che nessuno ne sappia niente. E senza avere mai pagato, fino ad oggi, un euro di affitto
Un fantasma si aggira per Palazzo Madama. Nome in codice: RM2877-Largo Toniolo. Avvistamenti: non a largo Toniolo bensì sul lastrico solare del Senato. Prima comparsa: inizio del 1997. Da allora RM2877, “stazione radio base per la telefonia cellulare”, è in funzione 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Ma nessuno lo sa: è sconosciuta all’Usl e all’Arpa, al Demanio e al ministero delle Finanze. Non c’è traccia di un’autorizzazione sanitaria per la sua installazione. Non esiste uno straccio di contratto tra il gestore di Palazzo Madama, ossia il Senato, e il proprietario dell’antenna, ossia la Vodafone. Zero affitto, perciò. Da vent’anni. “Ma l’incasso perduto dai contribuenti, 250mila euro a essere ottimisti, è l’aspetto meno scandaloso di questa faccenda” calcola la senatrice Laura Bottici, questora M5S, che ha passato un anno a dare la caccia al fantasma. Fino a dare all’impianto un nome, una storia e un’etichetta: “Completamente abusivo”.
NON SENTO E NON PARLO. La storia, incredibile, inizia nel lontano 1996. All’epoca il Senato aveva un contratto con Omnitel per le utenze dei cellulari di servizio, ma all’interno del palazzo la copertura lasciava molto a desiderare. Rimedio proposto da Omnitel: posizionare le antenne “sul torrino della cabina idrica e l’alloggiamento degli apparati in un locale al piano interrato”. Il 20 dicembre 1996 Palazzo Madama dà l’ok. E il giorno di San Valentino del 1997 il fantasma entra in funzione.
AFFITTO ZERO. Nel 2001 Vodafone compra Omnitel, e con lei l’antenna. Dal GSM si passa al 3G. E finalmente, nel 2004, a qualcuno viene il dubbio che in questa storia ci sia qualcosa di strano: per esempio, non è mai stato pagato un centesimo di affitto. “Il nostro impianto è stato attivato quasi 7 anni fa, periodo nel quale non sono stati corrisposti canoni di locazione”, ammette imbarazzata la Vodafone proponendo al Senato di regolarizzare la partita. E come? Pagando “un importo annuo di euro 5.000” per quei 7 anni, praticamente una mancetta, salvo poi mettersi in regola per il futuro con “euro 18.000 annuali” e onnicomprensivi. Tutto a posto? Macché: “Negli archivi del Senato, e anche in quelli della Omnitel, non c’è traccia di una risposta” racconta incredula la questora. “E neanche al Demanio nessuno ne sa niente”.
SENZA PERMESSO. Però l’antenna è sempre lì. Gratis. “E abusiva, per di più”. Il 4 dicembre 1996, due settimane esatte prima che il Senato desse il via libera, il Collegio degli esperti della Usl Roma A, che per legge è competente sulle installazioni di emittenti per la telefonia cellulare, rende infatti noto il suo parere su 8 nuovi impianti richiesti a Roma dalla Omnitel. Sul famoso RM2877 il collegio esprime una “riserva”, chiedendo “di acquisire dalla Omnitel motivazioni in merito alla necessità di questa ulteriore installazione”. Non risultano, sostiene la Bottici, “risposte in proposito”.
CACCIA AL TESORO. Persino l’Arpa, l’Agenzia regionale protezione ambiente che dal 2001 è subentrata alla Usl, cade dalle nuvole. Il direttore Tommaso Aureli garantisce che tra 2004 e 2016 non sono stati rilasciati pareri “per l’installazione e/o modifica di una stazione radio base della società Vodafone Italia (ex Vodafone Omnitel) in largo Toniolo”. Il famoso RM2877 è un fantasma così assoluto che Aureli, stupefatto, chiede lumi alla questora Bottici “circa l’ubicazione dell’impianto” e se è possibile procedere, “per la tutela della popolazione all’esposizione ai campi elettromagnetici”, all’accertamento del rispetto dei limiti delle emissioni.
DATEVI UNA REGOLATA. Forse per l’abusivo è finalmente arrivata la fine. Forse. Poco prima di Natale il Senato ha dato l’ok all’installazione di una nuova antenna, da gestire in condominio tra Telecom e Vodafone. Sarà tutto in regola, stavolta? “Mi auguro di sì”. E ci sarà un affitto regolare o continueremo a fare favori ai gestori telefonici? “Mi auguro di no”. Laura Bottici allarga le braccia: “Io la delibera di autorizzazione non l’ho firmata. Anzi, non me l’hanno neanche fatta vedere perché sapevano che mi sarei opposta. Non sono disposta a firmare autorizzazioni preventive, senza vedere tutti i permessi e tutti i pareri necessari. Di fantasmi ne basta e ne avanza uno. Al Senato si fanno le leggi. Ma oltre a farle, bisogna pure rispettarle”.
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Senato
In merito all’articolo da voi pubblicato con il titolo “Senato, l’antenna telefonica ‘fantasma’ in funzione da 20 anni”, è opportuno precisare che l’installazione dell’antenna in questione ha ricevuto il parere favorevole del Collegio di esperti della USL RM A il 3 dicembre 1996. Tale parere è stato comunicato dalla stessa USL al Dipartimento Politiche del Territorio del Comune di Roma con nota prot. n. 845 del 4 dicembre 1996. Relativamente invece alla ipotizzata installazione “di una nuova antenna, da gestire in condominio tra Telecom e Vodafone”, il Senato ha soltanto espresso il proprio parere favorevole subordinando la realizzazione del progetto all’acquisizione, da parte dei fornitori citati, dei necessari pareri presso le Autorità competenti.
Quanto all’incolumità della salute pubblica, il Senato svolge periodicamente delle misure specifiche dell’inquinamento elettromagnetico presso gli impianti e le apparecchiature irradianti installati nei palazzi nel proprio uso, avvalendosi di un esperto qualificato in radio protezione. Gli esiti delle misure effettuate nei pressi dell’antenna in questione sono sempre risultati entro i limiti di norma.
Infine, per quanto riguarda la mancata corresponsione di un canone di locazione, ci limitiamo a precisare che ogni questione in merito va affrontata e risolta tra il proprietario dell’edificio, cioè il Demanio, e il proprietario dell’antenna.
Ufficio stampa
Senato della Repubblica