In mano ad un’altra cooperativa vicina agli ambienti moderati è anche il Cara di Foggia, finito sotto indagine da parte del Viminale, dopo un’inchiesta dell’Espresso sulle condizioni riservate ai migranti. A gestirlo è Senis Hospes, coop cattolica consorziata di Sisifo, che come abbiamo visto ha in mano il Cara di Mineo. Anche Foggia è un affare per le coop: fino all’agosto scorso, infatti, il Cara pugliese ospitava 1.400 richiedenti asilo. Considerato che per ogni ospite lo Stato rimborsa a Senis Hospes con 22 euro, la coop incassa in pratica 30 mila e 800 euro al giorno, 924 mila al mese, 11 milioni all’anno. Ma Foggia non è l’unica città in cui opera Senis Hospes, che negli anni ha amministrato anche 7 Cpa e 15 strutture Sprar sparse dalla Calabria: in totale ogni giorno gestisce l’accoglienza di circa 7 mila migranti. È in questo modo che la coop ha moltiplicato il suo fatturato in tre anni: nel 2012 era di 3 milioni di euro, nel 2014 ha raggiunto i 15 milioni mentre i dipendenti sono saliti da 109 a 253. Un vero impero che nel 2013 ha cominciato a foraggiare i conti del Pdl staccando un assegno da 15 mila euro, donati al partito dal quale si sarebbe in seguito staccata la componente di Alfano.
La coop è tra le vincitrici della gara per la gestione di 1.428 immigrati a Treviso: un appalto da 17 milioni
Sono invece 5 mila gli euro donati personalmente a Maurizio Lupi – che sarebbe poi passato proprio con Alfano nel Ncd – dal presidente di Senis Hospes Camillo Aceto, ex vicepresidente di un’altra coop vicina a Comunione e Liberazione, e cioè La Cascina. Anche nel caso della società coinvolta nell’inchiesta sul Cara di Mineo si segnalano donazioni nei confronti dei partiti politici, come i 10 mila euro destinati al Partito democratico romano. O come i 5 mila elargiti sempre a Lupi da Salvatore Menolascina, amministratore delegato della coop, che ha patteggiato una condanna a 2 anni e mezzo dopo essere stato coinvolto nell’inchiesta su Mafia capitale. Finito? Ma neanche per idea. Alla lista si unisce la Domus Caritatis che ha donato 10 mila euro a Forza Italia e che ha visto il suo vicepresidente, Tiziano Zuccolo, finire coinvolto nell’inchiesta sul Mondo di Mezzo. Poco male perché anche nel 2016, e cioè dopo l’inchiesta della procura di Roma, la coop ha ricevuto l’affidamento di 50 migranti dalla prefettura di Teramo e di altri 118 dalla prefettura di Lecco, mentre risulta tra le vincitrici della gara per la gestione di 1.428 immigrati a Treviso: un appalto che vale circa 17 milioni di euro. D’altra parte a spiegare agli inquirenti il valore del business dei centri d’accoglienza era stato a suo tempo – con una descrizione un pelino colorita – lo stesso Salvatore Buzzi. “Hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? – diceva intercettato l’ex boss della coop 29 giugno – Il traffico di droga rende meno, molto meno”. E soprattutto non porta in dote neanche un voto.
Twitter: @pipitone87