Il pasticcio in Europa con il mancato passaggio da Farage all’Alde e ritorno non ha danneggiato il Movimento 5 Stelle che torna a essere il primo partito con il 30,9% con a seguire il Pd a 30,1. Staccati a 12,4 e 12,5% Forza Italia e Lega Nord. L’analisi delle risposte di Nando Pagnocelli sul Corriere della Sera riguarda il pensiero degli italiani intervistati sul governo Gentiloni, sulla situazione e il futuro di Matteo Renzi, le elezioni politiche e il caso Alde.
Lo scenario politico appare sostanzialmente fermo nonostante l’affaire Alde, la polemica sulla proposta di Grillo sulla giuria popolare, e i continui inciampi dell’amministrazione Raggi. “L’elettorato pentastellato appare tetragono, insensibile alle vicende che riguardano il Movimento” ragiona il sondaggista. Gli eventi sono stati seguiti dal 45% degli elettori e solo l’8% ritiene che il movimento di Grillo lascerà per strada consenso, per il 27% riuscirà a recuperare con qualche difficoltà, mentre il 40% (71% tra gli elettori pentastellati) non ritiene che ci sarà una perdita di consenso (14%) o immagina un recupero a breve, come già avvenuto in passato (26%). Ma non solo, secondo l’analisi, nel caso dei 5 Stelle l’elettorato non diminuisce perché la “provenienza è molto trasversale”.
Sul governo Gentiloni un terzo degli interpellati, il 33%, esprime una valutazione positiva contro il 44% che ne dà un giudizio negativo, il 23% non esprime una valutazione. Sul tema delle elezioni rimane ferma la richiesta di consultazioni da parte degli elettori della Lega e del M5S ma cala di otto punti, da 48% a 40%, la percentuale di chi auspica il ritorno alle urne prima possibile: cresce il numero di chi (da 25% a 29%) chi vorrebbe si votasse a giugno o a settembre, dopo l’approvazione di una nuova legge elettorale. Per quanto riguarda il premier uscente Matteo Renzi appare al 38% degli intervistati in difficoltà, il 30% ritiene che sia un leader sconfitto senza futuro politico, mentre il 22% pensa che il segretario dem abbia le capacità di ritornare protagonista.