Da semplice paziente ad una sorta di procacciatore di clienti: “Dico a tanta gente di andare lì, a volte li accompagno pure io. Non lo faccio perché mi danno una percentuale o altro, ma perché ormai si è instaurato un rapporto di amicizia”. Donato Longo è un pensionato salentino che nel 2014 si è ritrovato con in mano tre preventivi uguali di diversi studi leccesi: 13mila euro per tirare via i suoi denti e fare una nuova protesi. “Spesa esagerata – dice – e per questo pensavo di andare in Romania. Poi, un’amica mi ha indicato Tirana, dove il lavoro che qui le avevano proposto di fare con 40mila euro lì le è costato 13.500 euro. Anch’io ho speso molto meno, 5.400 euro. Dopo, anche tutta la mia famiglia ha deciso di optare per l’Albania. Siamo contenti, per tutto: equipe medica preparata, materiali italiani certificati, tanta gentilezza. Se non si è soddisfatti, provvedono a loro spese a rimediare. Poi, si mettono a disposizione completa: vengono a prenderti all’aeroporto, ti consegnano un cellulare con scheda albanese, ti scarrozzano ovunque durante il tempo libero. E ti garantiscono il soggiorno gratuito per due persone, a due passi da piazza Skanderbeg. Io ormai ci torno quasi ogni mese, con un volo da Bari, anche perché è diventata una specie di vacanza. Sono un centinaio le persone che, dietro mio consiglio, si curano lì. Sono amici che si rivolgono a me o gente che mi contatta tramite il passaparola, da ogni parte della provincia di Lecce”. Le cliniche diventano fucina di nuove amicizie: i pugliesi e i sardi la fanno da padroni sul turismo dentale albanese, ma molti arrivano anche dalla Lombardia. “E poi ci sono gli svizzeri, i belgi, i francesi – continua Longo – e resti stupito, perché non te l’aspetti. Certo, sono tutti soldi che noi potremmo lasciare in Italia, pagando i nostri professionisti. Ma se all’estero ci danno convenienza, qualità e servizi, che dobbiamo fare?”.
Cronaca
La testimonianza: da paziente a promoter di fatto - 4/8
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