Lo stilista ha dichiarato che non avrebbe alcun problema a disegnare un abito per la first lady rompendo così una sorta di cordata del mondo della moda, compatto nel dire "no" alla signora Trump
Giorgio Armani si è reso disponibile a vestire Melania Trump. Uno dei più grandi stilisti del mondo veste la First Lady degli Stati Uniti d’America. Niente di particolare, verrebbe da dire: chi non lo farebbe? Ebbene, la cosa non è così semplice. Trovare un designer disposto ad occuparsi del look della signora Trump sembrava infatti cosa piuttosto complessa, almeno fino a qualche ora fa.
La scarsa simpatia del mondo della moda per Melania ha radici lontane: quando, poco dopo l’elezione del marito a presidente degli Stati Uniti, la bionda slovena aveva dichiarato di voler essere “la First Lady più glamour dai tempi di Jackie Kennedy” in molti avevano storto il naso. Bella donna, Melania, come ti aspetti che sia una ex modella apparsa nelle copertine dei più importanti magazine del mondo. Ma la spontanea eleganza di Jacqueline, quel suo disarmante sorridere in ogni foto o pubblica apparizione, quella naturalezza con cui seppe diventare un’icona per le donne di tutto il mondo (“Sì, sono il signore che ha accompagnato Jacqueline Kennedy a Parigi”, disse il Presidente John durante una visita ufficiale) sono caratteristiche che nella signora Trump viene difficile rintracciare. A maggior ragione perché a ‘fare melina’ intorno alla First Lady ci si è messo l’intero mondo della moda, o quasi.
In principio fu Tom Ford, schietto nel dire di non avere alcuna intenzione di vestire la signora Trump perché troppo lontana dal suo gusto estetico (e come gli si può dare torto) e perché, a suo parere, la moglie del Presidente dovrebbe rappresentare la nazione e dunque non indossare abiti troppo costosi, come quelli della sua linea. Da lì, altri rifiuti illustri, da Humberto Leon, direttore creativo di Kenzo, alla stilista francese Sophie Theallet che con il suo invito ai colleghi a boicottare ‘la nuova @flotus” ha alzato l’asticella della polemica. Tutti contro la first che ha difeso un marito sessista senza batter ciglio, minimizzando, apparentemente distaccata come cyborg. Tutti contro la first lady accusata di copiare i discorsi dalla precedente adoratissima Michelle, per altro senza sapere raggiungere nemmeno un decimo della sua empatia. O semplicemente, tutti contro la first lady impopolare: cose di marketing, di product placement. Perché alla fine anche di questo si tratta, quando si fa indossare un abito della propria linea alla donna più fotografata del mondo.
Questa la situazione, almeno fino a qualche giorno fa. Perché nella querelle sono intervenuti due pesi massimi, Dolce & Gabbana e Giorgio Armani. Ad aprire le danze è stato Stefano Gabbana, anima più “social” della coppia di designer siciliani. Poco dopo Capodanno, Stefano ha postato sul suo profilo Instagram la foto di Melania con indosso un tubino nero firmato D&G. Commento:”Grazie Melania Trump”#DGWoman. Apriti cielo: commenti indignati, utenti scandalizzati. Ma nessuna marcia indietro da parte della coppia.
E se l’apprezzamento di Gabbana riguardava una scelta fatta da Melania in totale autonomia (l’abito sfoggiato al gala di Palm Beach se l’era comprato da sola, la nostra, e c’è da pensare che non abbia problemi a fare lo stesso anche in futuro), ad alzare il tiro ci ha pensato ‘Re Giorgio’. Subito dopo la sfilata della linea Emporio, infatti, Armani ha dichiarato di non avere alcun problema a vestire la Trump: “Di mestiere cerco di vestire le belle donne e Melania lo è, se mi chiedesse un vestito perché no?”. Lo stilista ha anche aggiunto di aver notato un certo cambiamento di stile nel Presidente che, a suo dire, sarebbe, “migliorato fisicamente, ha meno ciuffone e un modo di porgersi meno enfatizzato, più discreto”. L’augurio di Armani è che gli americani si “possano ravvedere su ciò che farà, se farà delle belle cose avranno sbagliato, altrimenti avranno avuto ragione”. Vien da pensare che ‘Re Giorgio’ si aspetti un cambiamento anche da parte della first lady, o meglio, un cambiamento nella percezione che il mondo ha di lei. Che le apparizioni pubbliche ben ponderate, i discorsi preparati da uno staff di comunicazione adeguato, la vita a New York con il figlio di 10 anni Barron e tutto quello che girerà intorno alla sua figura la rendano più apprezzata. Amata, addirittura. Certo è impossibile, a oggi, pensare che Melania riesca a sfiorare la popolarità e l’apprezzamento gargantuesco ottenuto da Michelle Obama. “Hai ricoperto un ruolo cui non aspiravi e lo hai fatto a modo tuo, con grazie, grinta, stile e buon umore. Hai resto la Casa Bianca un posto che appartiene a tutti e la nuova generazione ora guarda più in alto, perché ti ha preso a modello”, le ha detto il marito Barack durante l’ultimo discorso ufficiale a Chicago. Gli si può dare torto?