Nonostante la figura invereconda con l’Alde, il M5S non scende nei consensi. Anzi. Il sondaggio di Pagnoncelli lo dava ieri al 30.9 davanti al Pd (30.1%). I sondaggi valgono quel che valgono, ma il dato merita un’analisi.
1. Notizie come la figuraccia da citrulli con Verhofstasdt interessano i malati di politica, ma alla stragrande maggioranza degli elettori fregano un po’ meno di niente.
2. L’informazione canonica, che crivella a prescindere il M5S, non è più decisiva. Altrimenti, se lo fosse, il sì avrebbe vinto col 98%. Sin dal primo V-Day del 2007 funziona così: l’errore grillino diventa tragedia, il disastro piddino diventa facezia. Anno dopo anno, tale tendenza ha finito paradossalmente con il rafforzare i 5 Stelle. Un po’ perché agli under 30 della tivù non frega nulla e un po’ perché, se a parlare male dei grillini sono sempre i soliti Rondolino, ti viene voglia di votarli anche se li odi.
3. Lo dico da dieci anni, pressoché isolato: il consenso che sta attorno a Grillo, sin dai tempi di blog e Meet Up, non è estemporaneo ma duraturo. In altre parole: assai radicato. E non sarà certo una figuraccia ciclopica come quella in Parlamento Europeo a invertire la rotta. Chi vota M5S è, in un certo senso, all’ultima spiaggia. Dà un’ultima possibilità alla politica. Se saltano anche i 5 Stelle, quegli elettori non è che vanno al Pd o alla Lega: smettono di votare.
4. Anche per questo, se pure i 5 Stelle scendessero, non salirebbero né Renzi né Salvini. Soprattutto il primo, quanto di più distante dagli elettori 5 Stelle. Chi scriveva tre anni fa che Renzi avrebbe sabotato i grillini, delirava. Se i 5 Stelle scendono, sale l’astensione. Renzi è la polizza della vita dei grillini, che soffrirebbero di più – non troppo – se il Pd fosse a trazione Emiliano (o simili). Anche Salvini, quel che poteva prendere, lo ha già preso. Idem Meloni. Quanto a Berlusconi, incide sull’elettorato grillino come Vangioni nel Milan.
6. Roger Waters è Dio e Suso è Luce.
7. Il punto precedente non c’entra nulla, ma a scrivere solo di politica mi annoio come niente al mondo. Non so proprio come facciate a parlarne sempre. Che due palle.
8. Da anni si è radicalizzata una tendenza: meglio pasticcioni che disonesti. O se preferite: meglio il nuovo autentico, benché spesso fantozziano, del gattopardismo untuoso di Renzi. Un esempio: ieri le due notizie che più rimbalzavano in Rete erano i congiuntivi disattesi di Di Maio e la conferma di Del Sette al vertice dell’Arma dei Carabinieri. Ora: capite bene che c’è una sperequazione evidente di “dolo”. Di Maio non ne indovina una da mesi tra Pinochet, lobby, mail, Muraro e congiuntivi devastanti, però di lui puoi dire al massimo che ultimamente pare un mix tra Filini e il robot Zed della Carrà: un imbranato, non un disonesto. Dall’altra parte c’è un militare sotto inchiesta (con Lotti), tenuto lì come nulla fosse dal governo Gentiloni. Giusta o sbagliata che sia, la sensazione di molti è la seguente: meglio un nuovo imbranato ma un onesto di un (finto) nuovo smaliziato ma falso. E magari pure disonesto.
9. I 5 Stelle hanno un enorme problema di classe dirigente. Enorme. Se però dall’altra parte hai i Carbone e le Picierno, puoi permetterti di tutto. Persino un Sibilia.
10. No, un Sibilia no. Scherzavo. Sono un zuzzurellone.
11. So bene che “essere onesti” non dovrebbe essere un merito bensì una pre-condizione, ma questo accadrebbe in un paese sano. Non in un paese dove la politica è da decenni oltre ogni indecenza. Ed è qui che i 5 Stelle passano all’incasso.
12. L’indifferenza del renzismo di fronte alla Waterloo referendaria è un ulteriore regalo ai 5 Stelle. Se perdi e non solo non te ne vai, come avevano promesso Renzi e quell’altra, ma resti pure lì e insisti con gli Alfano & Lorenzin, difficile che poi i tuoi voti crescano.
13. Così, a margine: i 5 Stelle al governo non sono solo la Raggi, che comunque – per quanto a oggi assai deludente – governa una città disastrata da amministrazioni non certo grilline. I 5 Stelle al governo sono pure Pizzarotti (poi epurato: altro errore), Appendino e Nogarin. Non mi pare che stiano facendo male. Raccontare anche questo, in tivù, non sarebbe brutto.
14. Se l’informazione avesse fatto le pulci (ora vere e ora inventate) agli altri partiti come le fa ogni istante al Movimento 5 Stelle, il Movimento 5 Stelle non sarebbe mai nato. E Beppe Grillo farebbe ancora battute su Marisa Laurito e Jovanotti.
Concludendo: finché gli avversari saranno il giglio tragico di Renzi e le noccioline razziste di Salvini, i 5 Stelle potranno continuare a fare più o meno serenamente tutte le cazzate che vogliono.
(Il punto 5 mi stava sulle palle, così l’ho saltato)