Cronaca

Traffico di cuccioli, sequestrati 229 esemplari “ibridi” pericolosi. “Incrociavano lupi e cani cecoslovacchi”

L'obiettivo era quello di ottenere una nuova razza, più bella e più resistente alle malattie. Gli animali venivano venduti a migliaia di euro grazie a pedigree falsificati. Il risultato è frutto di un'indagine lunga e complessa coordinata dalla Procura di Modena e iniziata nel 2013 e svolta dal Comando unità tutela forestale ambientale ed agroalimentare dei Carabinieri. Nove gli allevamenti coinvolti

Lupi selvatici usati per incroci con cani cecoslovacchi, così da ottenere una nuova razza, bella e più resistente a malattie ossee, ma anche potenzialmente più pericolosa e aggressiva. Un traffico illegale di oltre 200 esemplari, venduti a migliaia di euro grazie a pedigree falsificati. Il business è stato scoperto dal Comando unità tutela forestale ambientale ed agroalimentare dei Carabinieri, il cosiddetto Cutfaa, che dal 1 gennaio 2017 ha sostituito l’ex Corpo forestale dello Stato.

Un’operazione, la prima completata dal Cuftaa, ribattezzata “Ave Lupo”, che ha portato al sequestro di 229 esemplari di ibrido di cane e lupo selvatico in 54 province. Il risultato è frutto di un’indagine lunga e complessa coordinata dalla Procura di Modena e iniziata nel 2013. Nove invece gli allevamenti coinvolti, in Campania, in Calabria, e in Emilia Romagna, e accusati di aver portato avanti una pratica di ibridazione fuorilegge. I reati ipotizzati sono quelli di falso ideologico e frode in commercio.

Si tratta, si legge in una nota, di “un’importante operazione di prevenzione e tutela verso i proprietari che, ignari, potrebbero acquistare a caro prezzo cani non di razza, sottovalutando il potenziale rischio di aggressività dei propri animali da compagnia, frutto di questi incroci pericolosi”. La truffa ha coinvolto oltre 200 proprietari di cane lupo. Alcuni di loro erano arrivati a spendere anche 5mila euro per cuccioli con con un pedigree modifcato, e figli di incroci pericolosi.

È stato il colonnello Daniela Piccoli a spiegare all’Ansa come gli allevatori falsificavano i pedigree. “I lupi venivano prelevati illegalmente nella zona dei Carpazi, nei paesi scandinavi o in Nord America”. Poi venivano incrociati “con cani lupo cecoslovacco selezionati, per ottenere un patrimonio genetico nuovo e capace di dare origine a esemplari di grande bellezza e più resistenti a disfunzioni e malformazioni ossee, in violazione dei disciplinari stabiliti dall’Enci, l’Ente nazionale della cinofilia italiana”. I cuccioli venivano poi venduti come cani lupo cecoslovacco a caro prezzo, a persone che non potevano conoscerne le reali origini. Ma che così si sono trovati in casa cani incrociati con lupi selvatici, e quindi dal carattere più aggressivo. Tutti gli animali sequestrati, assicurano i Carabinieri, sono stati affidati ai proprietari, così da “tutelare il loro benessere”. Essendo acquistati da piccoli, infatti, hanno ormai sviluppato un legame molto forte con i padroni.

Intanto, uno degli allevamenti coinvolti, quello di Serramazzoni nel Modenese, ha annunciato ricorso al Tribunale del riesame per ottenere “il dissequestro degli animali”. Secondo il difensore, l”avvocato Francesco Miraglia, si tratta di “un’indagine fondata sul nulla, dettata da gelosie tra allevatori e associazioni varie, più che fatti fondati”. Gli esemplari degli allevatori, marito e moglie ora indagati, sarebbero, secondo il legale, solo di una razza, ossia cani lupo cecoslovacco e non lupi incrociati. “I genotipi biparentali sono completamente assegnati alla razza cane lupo cecoslovacco”.