Hanno cercato di scavalcare il recinto del Colosseo nella notte, ma sono caduti da quattro metri d’altezza. Due turisti brasiliani intorno alle 2,44 della scorsa notte si sono arrampicati sul cancello dell’Anfiteatro Flavio e sono stati denunciati a piede libero per invasione di edificio. Uno di loro, 31 anni, ha riportato la frattura del bacino ed è stato portato in codice rosso all’Ospedale San Giovanni e non è in pericolo di vita. Oltre a questo, due scritte con vernice nera sono state trovate oggi su un pilastro del Colosseo, dal lato dell’ingresso della metropolitana. Sulla semicolonna è stato scritto “Balto” e “Morte”. Gli investigatori, che stanno indagando sul caso, non collegano i due episodi e stanno vagliando le immagini delle telecamere di sorveglianza per individuare i responsabili.
Due vicende a seguito delle quali il soprintendente Francesco Prosperetti sollecita la costruzione di un anello che gira tutto intorno al monumento, dotato di un sistema di allarme che possa impedire nuove intrusioni al suo interno, integrato anche da un servizio di guardia notturno. Un progetto “che abbiamo allo studio da mesi, ma che non è di facile attuazione”. E sulle scritte vandaliche Prosperetti spiega che “il dilemma su chi sia stato, se i due giovani brasiliani o addirittura altri, sarà presto risolto perché le forze dell’ordine potranno visionare l’impianto video che il Comune di Roma. In ogni caso, i restauratori sono già all’opera per rimuovere le scritte”.
Ma il punto per il soprintendente resta la sicurezza del monumento e la necessità di “evitare questo tipo di incidenti. Ci preoccupa che questi eventi diventino una specie di gioco, che si scateni una gara”. Ecco perché, prosegue parlando alla Dire, “ho preso contatti con la Prefettura, chiedendo un incontro con il coordinamento interforze, esercito, polizia e carabinieri, per capire quali misure adottare. Da qualche mese, da quando cioè il cantiere che circondava il Colosseo è stato rimosso, ci domandiamo come impedire questi episodi”. La soluzione, però, “non è facile”, ammette Prosperetti: “La nostra idea è istituire una zona ad anello nelle ore di chiusura del monumento che sia presidiata da un sistema di allarme antintrusione, ma il problema è distinguere l’intrusione umana da quella di un animale, perché altrimenti basta un gatto a far scattare l’allarme”.
Al momento la Soprintendenza ha analizzato vari sistemi di sicurezza, “tuttavia la soluzione non è semplicissima. Abbiamo pensato allora di unire più sistemi. E’ un progetto a cui stiamo lavorando, anche se al momento non è ancora risolto. Stiamo pensando a integrare il sistema elettronico con un servizio di vigilanza privato. Ma prima – precisa- voglio confrontarmi con la Prefettura“. Al momento, “all’interno del Colosseo non c’è un servizio di sicurezza notturno, non abbiamo abbastanza personale per farlo”, ricorda il soprintendente. “Abbiamo un presidio che ha sede al Palatino, ma si tratta di una sala regia che interviene quando accade qualcosa, cosí come è successo questa notte”.