Bentornati a Ten Talking Points, l’unica rubrica che può uscire prima di Torino-Milan perché già conscia di come il Torino abbia già vinto, verosimilmente 2-0 o 2-1. Belotti a segno. Decisiva la traversa allo scadere di Pellegatti. Altre considerazioni.
1. Lezione di calcio della Fiorentina, che per 55 minuti travolge una Juve pressoché irriconoscibile. Sontuoso il centrocampo viola, con il Musagete Borja Valero e Bernardeschi dietro a Kalinic, protetti da Badelj e Vecino in stato di grazia. Molto bene Chiesa Jr, non male Sanchez (che non ha mezze misure: o convince appieno, o sembra una chiavica). Cristoforo, che per sfiga è secondo solo a Giuseppe Rossi e se la gioca con Perin, è uguale al protagonista cattivo di The Fall (però senza barba). La Fiorentina poteva chiuderla prima e certi errori, tipo quello di Ilicic allo scadere, potevano essere pagati cari.
2. La Juve si è vista poco. Giusto la fiammata estemporanea del gol di Higuain e l’erroraccio allo scadere di Dybala. Chiellini in grossa difficoltà, Marchisio inesistente, Dybala (che è fortissimo) alla peggiore prova in bianconero. Quarta sconfitta in trasferta: non poche, per la Juve. Allegri ha comunque vinto lo scudetto, ma qualche crepa c’è. E frignare in conferenza stampa – “Tutti con noi giocano la partita della vita” – fa ridere: l’alternativa sarebbe scansarsi (cit). E non sarebbe bello.
3. Vedere Lotti accanto ad Antognoni è stato come vedere Povia accanto a Jimi Hendrix.
4. Vi avevo detto che Pioli avrebbe vinto 118 partite di fila: appunto. Siamo solo all’inizio. E’ un ottimo allenatore, di cui si parla poco perché non ama apparire. Sta facendo cose egregie. L’Inter è l’unica a poter insidiare il terzo posto a Roma e Napoli. Pesante la vittoria a Udine dei giallorossi, sempre più concreti e costanti. Del Napoli, che ha disposto con medio agio del Pescara, dico solo che Zielinski sta raggiungendo livelli impensabili: Che Gue Sarri regna.
5. A fine gara, il bravo Maurizio Compagnoni ha detto a Sky che la sconfitta dei bianconeri può rimettere in gioco “la Roma, il Napoli e perché no anche le milanesi”. Ci sarebbe anche la Lazio, che nessuno considera ma che è comunque lì. In Champions League non ci andrà, ma merita solo applausi.
6. Il Milan ha due partite in meno secondo la vostra datazione terrestre, ma io – che vengo dal Pianeta Waters, dove Tutto si Sa – posso ribadirvi che ha già perso a Torino e Bologna. Non solo: sabato il Commodoro Marxista infierirà come sempre e in Coppa Italia la Juventus vendicherà l’onta della Supercoppa. Per Yoda Montella solo dolore.
7. Mi è piaciuta molto l’imitazione di Orfini fatta da Dzeko dal dischetto. Bravissimo.
8. Dopo 20 giornate la lotta per la salvezza è già chiusa. Questo falserà – temo – il campionato, perché molte squadre non avranno nulla da dire già a febbraio o marzo.
9. Ho sempre amato Jovetic e fa piacere vederlo decisivo alla prima in Liga: con un suo gol allo scadere, il Siviglia batte in rimonta il Real Madrid (che non perdeva dalla dittatura franchista). Campionato riaperto. Purtroppo Jo-Jo fa spesso così: parte col botto, poi si strappa e addio. Ha comunque dato spettacolo Fabio Capello durante la telecronaca su Fox. Ogni volta che gioca il Real Madrid, lui prevede un “golletto di Sergio Ramos allo scadere, eh eh eh”. Sempre. E spesso ci prende. Anche ieri Sergio Ramos ha segnato allo scadere, solo che lo ha fatto nella sua porta. Ma Capello, come nulla fosse: “Ve l’avevo detto, eh eh eh”. E il telecronista, che è palesemente terrorizzato da lui e lo chiama “Don Fabio” ha confermato l’infallibilità delle “profezie di Don Fabio, eh eh eh”. Partita comunque pazzesca, superiore anche alla bella Manchester United-Liverpool. Pogba disastroso.
10. Da tempo mi assale un dubbio: ma voi conoscete qualcuno che guarda Josephine ange gardien? Esistono in natura degli spettatori di quella serie tivù? Ne parlavo ieri, peraltro lungamente, con il mio amico Nardella. Lui dice di sì: gliel’ha detto la Madia. A lunedì.
P.S. Consiglio al giudice sportivo: dare 8 anni di squalifica con la prova tivù ai calciatori colti nell’atto (inutile) di “liberarsi” il naso sbuffando dalle narici neanche fossero cavalli incazzosi. Veramente: fate schifo. Basta.