Se in passato una o più persone, passeggeri, automobilisti o motociclisti, hanno pagato con la vita, con un ricovero in ospedale o anche con uno spavento, la mega frode scoperta dalle Fiamme Gialle non lo sapremo mai. Quello che sappiamo è che per anni, imprenditori “spudorati” e dipendenti “infedeli” hanno fatto risultare come eseguita la manutenzione degli autobus della Cotral, la società di trasporto della regione Lazio. Sostituzioni, riparazioni, cambi di pezzi anche di parti importanti dei mezzi – come il sistema frenante – non venivano mai effettuati: i mezzi circolavano senza gli standard di sicurezza e subivano continui guasti. In alcuni casi si sono verificati anche incendi che solo per un caso non hanno causato vittime. Oggi l’inchiesta avviata due anni ha portato a un arresto e all’iscrizione nel registro degli indagati di cinquanta persone. Tra questi ci sono una ventina di dipendenti della Cotral in tutta la regione).
Agli indagati, a vario titolo, sono contestati la truffa ai danni dello Stato, la frode in pubbliche forniture, abuso d’ufficio e falso e l’attentato alla sicurezza dei trasporti. Perché come scrive il gip di Roma, Massimo Battistini: “È di tutta evidenza che lo scenario scaturito dalle indagini e qui prospettato non può non indurre, tra l’altro, a formulare fondate considerazioni in ordine alla sicurezza degli autobus su cui, quotidianamente, viaggiano migliaia di passeggeri. Le gravi reiterate omissioni e violazioni perpetrate dalle officine, infatti, hanno quale immediato riflesso negativo la creazione di un pericolo concreto alla sicurezza dei pubblici trasporti. Al riguardo, è appena il caso di sottolineare come la Cotral sia la società di trasporto pubblico regionale di maggior rilievo in ambito nazionale con collegamenti capillari estesi su tutto il territorio della Regione Lazio”.
Il gip: “Condotta reiterata e spudorata”
Agli arresti domiciliari è finito il titolare di una società affidataria dell’appalto per la manutenzione e riparazione degli autobus, Mauro Valentini, che in una intercettazione, quando le verifiche della Guardia di Finanza erano in corso, aveva detto: “Noi dobbiamo ruba’ nei modi giusti! Noi dobbiamo ruba’ nei modi giusti!”. Una condotta la sua e quella degli altri indagati che il gip bolla come “reiterata e spudorata“: le società appaltatrici certificavano la manutenzione incassavano i soldi delle fatture emesse, ma gli autobus viaggiavano con gli stessi problemi di quando erano finiti nelle loro officine e si guastavano come e più di prima. Le “omissioni e irregolarità” erano la “norma“, secondo il giudice per le indagini preliminari che sottolinea come controlli eseguiti anche se su un campione è emerso che le ispezioni condotte “hanno accertato violazioni ed omissioni praticamente nel 100% dei casi“. I pezzi venivano sottoposti a “sabbiatura” o riverniciati, ma la fattura emessa era per pezzi nuovi. Inoltre, qualora era l’azienda stessa a fornire il pezzo da cambiare, questo veniva preso dalle ditte incaricate della manutenzione e rivenduto, mentre sull’autobus veniva montato un pezzo usato o ripulito: ed è così che durante le verifiche a campione sono state trovate viti arrugginiti, frizioni usurate. Il tutto, ovviamente, con la complicità dei dipendenti del Cotral.
Ed è così con una truffa estesa e senza limiti che “hanno negli anni accresciuto la propria potenzialità economica con la reiterazione di condotte truffaldine e il potere di condizionamento delle scelte dei dipendenti e dei vertici dell’azienda regionale dei trasporti. Circostanze, queste, che hanno inciso pesantemente sulla quantità e qualità del servizio reso da Cotral agli ignari utenti e che spiegano il perenne disservizio e lo stato di consolidato dissesto finanziario dell’azienda di pubblico trasporto….”.
Continui guasti e incendi, così è partita l’inchiesta
Le indagini sono partite dopo la denuncia presentata dai vertici del Cotral, allarmati dai continui guasti agli autobus che provocavano continui disservizi e disagi ai cittadini del Lazio. Si erano verificati anche episodi di incendi di vetture “che solo per mera accidentalità non hanno fatto registrare gravi conseguenze” scrive il gip. La stessa azienda aveva anche avviato un’ispezione interna al termine della quale erano emerse diverse criticità nei rapporti con le ditte appaltatrici che aveva comportato l’emissione di penali di 10 milioni di euro che le ditte non avevano nessuna intenzione di pagare.
I lavori mai eseguiti riguardavano anche parti essenziali delle vetture, quali il sistema frenante o le parti meccaniche principali di bus che in alcuni casi, avevano già oltre quindici anni di vita e avevano un disperato bisogno di essere sottoposti a manutenzione. Un’evidenza di cui erano ben consapevoli i dipendenti di Cotral indagati che sono accusati di “aver favorito i proprietari delle officine di manutenzione omettendo volutamente di effettuare i prescritti riscontri e convalidando la regolarità delle lavorazioni effettuate a tutto vantaggio dei fornitori”. Alcuni di loro, venuti a sapere delle indagini a seguito dei controlli della polizia giudiziaria sui veicoli in riparazione, si sono subito preoccupati di avvertire i dipendenti coinvolti nell’attività di controllo e sono stati denunciati per rivelazione di segreto di ufficio e favoreggiamento personale. Ma non solo: un controllo su circa 1.400 mezzi, praticamente la quasi totalità dei bus Cotral, ha fatto inoltre emergere che anche i cronotachigrafi digitali non venivano revisionati dall’impresa che aveva vinto l’appalto, che però forniva la necessaria certificazione. Dall’analisi dei sistemi di geolocalizzazione è infatti emerso che nelle date in cui veniva attestata la revisione, i mezzi era in realtà regolarmente in servizio. I finanzieri hanno così sequestrato all’azienda circa 91mila euro, l’importo che il Cotral ha pagato per la taratura dei cronotrachigrafi.
L’intercettazione: “L’elettrovalvola delle sospensioni manco gli hanno dato una pulita”
Il sistema Cotral di certo trova le sue fondamenta in procedure operative complesse e farraginose, spesso disattese (talvolta anche per contingenze inconciliabili con la necessità di garantire la continuità del servizio di trasporto pubblico) e su un sistema di controlli interni lacunoso o, meglio, praticamente inesistente – si legge ancora nell’ordinanza – Il quadro investigativo, però, dimostra che tali assunti non solo non costituiscono un esimente alle condotte illecite poste in essere ma ne costituiscono il fertile humus, volutamente costruito e strutturato, da cui tutti gli indagati hanno illecitamente attinto linfa vitale per i propri illeciti interessi a detrimento di quelli della società pubblica, che da lungo tempo rappresenta l’insostituibile fonte di indebiti profitti”.
Quando poi erano iniziate le verifiche sui mezzi gli indagati si erano allarmati. E significativa è uno delle intercettazioni tra una indagata, dipendente di una delle ditte coinvolte, e l’arrestato: “Allora, le testine dell’avantreno so’ state verniciate da noi e se vede da 8 chilometri. L’elettrovalvola delle sospensioni manco gli hanno dato una pulita…”. La donna si rivolge a Valentini: “Mauro, mo’ intanto questa è la prima…il problema grosso è stato l’elettrovalvola delle sospensioni che, porco due, ma se tu ce metti “revisionata”, ma almeno daglie na pulita! Se vede proprio che non è stata manco…”.
L’ad Cotral Giana: “Abbiamo voltato pagina nel 2014″
“Quello delle manutenzioni è un tema con cui ci siamo scontrati fin dai primi giorni del nostro insediamento. Da subito abbiamo informato gli inquirenti segnalando tutto ciò che nelle nostre attività di verifica interne era stato rilevato come anomalo. Parallelamente, dal punto di vista organizzativo, abbiamo potenziato le verifiche ispettive interne e attivato la rotazione del personale addetto al controllo al fine di allontanare alcuni dipendenti dalla gestione dei contratti. I controlli rigorosi – si legge in un comunicato a firma dell’amministratore delegato di Cotral, Arrigo Giana – sulle prestazioni in alcuni casi hanno portato all’esclusione o alla sospensione dall’albo fornitori di alcune ditte aggiudicatarie dei contratti. Proprio per questo motivo abbiamo definito una nuova modalità di affidamento delle attività di manutenzione della flotta in un full service che garantisce l’efficienza dei bus e maggiore efficacia nelle procedure di controllo. Desidero ringraziare la magistratura e le forze dell’ordine che ci aiutano a rendere sempre più trasparente il lavoro che stiamo portando avanti da oltre due anni all’interno della azienda”.