Riportare le spoglie del grande poeta turco Nazim Hikmet in Turchia. E’ quanto ha proposto in parlamento il ministro della Giustizia di Ankara, Bekir Bozdag, in occasione del 115/mo anniversario della nascita di Hikmet, considerato fra i più grandi esponenti della letteratura turca, che morì in esilio a Mosca, nel 1963, a causa delle sue posizioni filo-comuniste.
Il governo turco, ha proseguito Bozdag, sarebbe pronto a impegnarsi per riportare in patria le spoglie se ci fosse un consenso da parte della famiglia. La riabilitazione di Hikmet in patria da parte delle autorità è iniziata negli anni scorsi, anche con la restituzione nel 2009 della cittadinanza, di cui era stato privato nel 1951 per le sue posizioni politiche. Però i familiari del poeta, secondo il ministro della Giustizia, hanno tuttavia espresso la volontà che le sue spoglie restino a Mosca.
Se da una parte le autorità nel paese si fanno avanti per riportare uno dei più grandi autori della letteratura del paese in Patria, dall’altra continua la repressione della libertà di espressione che colpisce in particolare proprio gli ambienti della cultura. Infatti, sarebbero 146 gli scrittori, i reporter e i disegnatori finiti in cella a causa delle loro posizioni politiche, mentre altre centinaia rimangono in cella in attesa di essere processati. Fra gli scrittori in attesa dell’udienza c’è Asli Erdogan, 49 anni, arrestata il 16 agosto scorso a causa della sua collaborazione con un quotidiano filo curdo. Mentre rimane in prigione Musa Kart, vignettista del quotidiano Cumhuriyet, accusato dalle autorità di “offesa alla religione“.
Nella foto, il poeta turco Nazim Hikmet.