Una sorta di gigantesca onda è stata osservata nella parte superiore dell’atmosfera di Venere. L’ha fotografata la sonda giapponese Akatsuki e stupisce sia per la sua estensione, che va da un polo all’altro del pianeta, sia per la sua velocità: la stessa con cui ruota il pianeta, nonostante si trovi ad una altitudine di 65 chilometri dalla superficie. Ne parla lo studio coordinato dalla Rikkyo University di Tokyo, pubblicato da Nature Geoscience. Queste osservazioni – come riporta l’Ansa – suggeriscono che le dinamiche atmosferiche di Venere sono molto più complesse di quanto si riteneva.
La parte superiore dell’atmosfera di Venere è coperta da una coltre di spesse nubi di acido solforico che viaggiano verso ovest ad una velocità di 100 metri al secondo, molto superiore a quella in cui ruota il pianeta. Mentre l’atmosfera infatti compie un’intera rotazione nell’equivalente di circa tre giorni terrestri, il pianeta ne impiega circa 243 per compiere una rotazione. Proprio nella parte superiore di questa velocissima atmosfera i ricercatori hanno notato un’enorme regione luminosa a forma di arco che si estende per circa 10mila chilometri da un polo all’altro del pianeta. Alla fine del 2015, Akatsuki aveva già osservato questa particolare formazione. Curiosamente, questa coltre luminosa non si muoveva insieme ai venti atmosferici, ma rimaneva stazionaria sopra una regione montuosa della superficie, viaggiando alla stessa velocità di rotazione del pianeta.
Secondo i ricercatori, questa grande aerea luminosa, che è più calda dell’atmosfera circostante (di circa 5-7 gradi), è il risultato dell’onda di gravità generata nella parte inferiore dell’atmosfera situata sopra la montagna. Anche se non è chiaro come questo tipo di onde indotte dalle montagne possono poi propagarsi verso l’alto fino alla parte dell’atmosfera in cui si trovano le nuvole. Tuttavia, “la novità – spiega il ricercatore Giuseppe Piccioni dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziale dell’Inaf – è nel fatto che questa fenomeno è legato alla topologia, ovvero alla longitudine del pianeta, al suo nucleo solido e non ad un puro effetto dinamico dell’atmosfera, come ad esempio all’interazione del pianeta con il sole”.