Il Partito nazionaldemocratico di Germania (Npd, in tedesco Nationaldemokratische Partei Deutschlands) non è vietato. Dopo mesi di discussione, la Corte suprema federale ha deciso di non mettere fuorilegge il partito di estrema destra con una forte connotazione neonazista. Una sconfitta per il Bundesrat, il Senato federale, che aveva presentato la richiesta di divieto alla fine del 2013. È la seconda volta che il tentativo di vietare l’Npd finisce con un fallimento.
In 60 anni è accaduto solo in due occasioni che la Corte suprema decidesse di mettere fuorilegge un partito: nel 1952, con il Partito socialista del Reich (Srp), e nel 1956, con il Partito comunista di Germania (Kpd). L’Npd “persegue obiettivi anticostituzionali“, ha sottolineato in udienza a Karlsruhe il presidente della Corte Andreas Voßkuhle, “tuttavia mancano delle concrete e pesanti indicazioni che possano far sembrare possibile un seguito significativo ai loro comportamenti”. Secondo la Costituzione tedesca infatti, un partito può essere vietato solo se è in condizione di “nuocere al libero ordine democratico”.
I critici alla richiesta di un divieto avevano già da tempo posto l’attenzione sul rischio di questa decisione, sottolineando come gli ostacoli costituzionali alla messa fuorilegge di un partito fossero molto elevati e la Npd avesse recentemente visto ridursi il suo peso politico. Nel mese di settembre 2016, con le elezioni in Meclemburgo-Pomerania, il partito di estrema destra ha perso la propria rappresentanza a livello nazionale. Da allora, l’Npd è presente solo a livello locale e ha un deputato al Parlamento europeo.
Fondato nel 1964, l’Npd – stando ai dati del 2015 – conta a livello nazionale circa 5200 membri. Le sue roccaforti sono nella Germania dell’Est, nonostante la recente perdita dei suoi seggi parlamentari anche a Dresda e Schwerin, e in particolare in Sassonia. Il partito, oggi guidato da Frank Franz, è riuscito nelle elezioni europee del 2014 a conquistare per la prima volta un seggio con l’1,03% dei voti, eleggendo al Parlamento Ue Udo Voigt, storico leader dell’Npd dal 1996 al 2001.