L'azienda ha lanciato quattro diverse tipologie di abbonamenti con costi variabili a seconda dei giorni e degli orari di validità. Quello classico sulla linea Torino-Milano passa da 340 a 459 euro. Costa meno la tessera valida dalle 9 alle 17, inutile per chi lavora. Il senatore Esposito: "Il ministro dei Trasporti Delrio mi ha garantito un’immediata verifica". Il governatore del Piemonte Chiamparino: "Chiederemo di ripensarci". Codacons: "Esposto all'Antitrust"
“Brutte notizie per gli abbonati all’Alta velocità: a partire dal 17 gennaio 2017 gli aumenti annunciati da Trenitalia sono diventati una dura realtà”. La denuncia arriva da Federconsumatori, dopo che il gruppo ha lanciato i nuovi abbonamenti per l’alta velocità. I prezzi hanno subito fatto infuriare i pendolari, secondo cui chi sposta ogni giorno per andare al lavoro subirà “un aumento di circa il 35%“. Con il paradosso che risparmiare si può, ma solo a patto di scegliere la tessera che permette di viaggiare solo tra le 9 e le 17. Cioè quando i pendolari sono già (o ancora) in ufficio. Sulla linea Torino-Milano: il rincaro sarà addiritttura di 119 euro: dai 340 di prima ai 459 attuali. “Ora basta – commenta il senatore dem Stefano Esposito – l’atteggiamento arrogante di questi vertici deve terminare. Questa mattina ho incontrato il ministro Delrio che mi ha garantito un’immediata verifica”. Critico anche il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino: “Non siamo neanche stati avvisati di questi aumenti spropositati”. E il Codacons anticipa che presenterà un esposto all’Autorità garante della concorrenza.
“L’abbonamento AV di Trenitalia resta e si fa in quattro”, aveva annunciato l’azienda. La novità, infatti, doveva essere l’introduzione di quattro tipologie diverse di abbonamento: valido tutti i giorni per tutto il giorno, tutti i giorni nella fascia oraria 9-17, dal lunedì al venerdì in tutte le fasce orarie oppure dal lunedì al venerdì nella fascia oraria 9-17. Quattro versioni con un costo variabile in base all’ampiezza delle fasce orarie e ai giorni della settimana. “Quattro tipologie di abbonamenti con incremento del prezzo che per molti abbonati potrebbero anche significare la rinuncia al posto di lavoro“, commenta Federconsumatori. Per poter risparmiare, spiega l’associazione, bisogna prendere i biglietti per le corse nella fascia 9-17, quindi fuori dall’orario di punta dei pendolari.
L’aumentato “spropositato” dei biglietti in abbonamento – si legge nel comunicato – colpisce “soprattutto quel mondo, in maggioranza di giovani, che utilizza l’alta velocità per lavoro“. Prendendo sempre ad esempio la linea Torino-Milano già a giugno 2015 si era passati “da 295 a 340 euro. Adesso quello stesso abbonamento di seconda classe valido per tutti i giorni passa a 459 euro, il 35% in più. Nel caso di abbonamento per ogni ora dal lunedì al venerdì, l’importo si ferma a 408 euro, 68 euro e il 20% in più. Per poter risparmiare occorre prendere l’abbonamento per la fascia oraria 9-17: 323 euro per l’intera settimana e 289 euro dal lunedì al venerdì”.
Qualche altro esempio: “Sulla Roma-Napoli si passa dai 356 euro del mese scorso ai 481 per l’orario completo per 7 giorni; sulla Bologna-Firenze dai 224 euro ai 302 attuali; sulla Milano-Bologna da 417 euro a 563; sulla Firenze-Roma da 386 euro a 521. Dire che si mantengono gli abbonamenti – continua Federconsumatori – creando nel contempo condizioni tecniche ed economiche che vanno a colpire chi li utilizza per lavoro, ha il sapore di una vera presa in giro“. L’associazione ricorda anche, “dopo avere letto alcune dichiarazioni ‘arrabbiate’ da parte dei politici”, che da mesi insieme al Comitato nazionale pendolari chiede “senza nessun risultato, una audizione alla Commissione Trasporti del Senato, commissione che ha ascoltato tutti, fatta eccezione per chi rappresenta i viaggiatori”.
“Si tratta di aumenti che non appaiono in alcun modo giustificati e che daranno vita ad una vera e propria stangata per gli utenti – afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – In particolare ai pendolari che ogni giorno utilizzano la linea viene chiesto uno sforzo economico enorme, che rappresenta un danno materiale evidente, e per tale motivo faremo di tutto per bloccare tali rincari, ricorrendo alle dovute azioni legali”. Il primo passo sarà un esposto per chiedere all’Antitrust di verificare la correttezza del provvedimento, alla luce della posizione dominante di Trenitalia nel settore dei trasporti ferroviari.
Tra i politici ‘arrabbiati’ c’è il senatore Pd Esposito, che definisce “inaccettabile” la decisione di Trenitalia. “Definirla una stangata – sottolinea – è un eufemismo”. Esposito è vice presidente della Commissione Lavori pubblici e Trasporti di Palazzo Madama e annuncia di aver richiesto ” la convocazione urgente dei vertici di Trenitalia. Garantisco ai pendolari della Torino-Milano, e non solo, il totale impegno affinché questi aumenti vengano cancellati”. “Ora basta – conclude Esposito – l’atteggiamento arrogante di questi vertici deve terminare. Questa mattina ho incontrato il ministro Delrio che mi ha garantito un’immediata verifica su questa scelta”.
“Evidentemente l’obiettivo è quello di disincentivare i pendolari. Perché un aumento del 35% del settimanale, e del 20% del lunedì-venerdì, non può che voler dire tenere lontani i pendolari dal Frecciarossa”, commentano il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e l’assessore ai Trasporti Francesco Balocco, annunciando l’intenzione di chiedere la sospensione degli aumenti degli abbonamenti per i pendolari della Torino-Milano. “Chiederemo a Trenitalia di soprassedere a questi aumenti – ha spiegato l’assessore – sono fuori da qualsiasi ragione economica e anche di buon senso. Se l’azienda dovesse persistere nella sua posizione, ciò non favorirà certo il clima e il sistema di relazioni fra Regione e Trenitalia”.