“E’ vero, prendo una pensione di 3mila euro lordi al mese. Sono stato due mesi e mezzo all’Assemblea Regionale Siciliana nel 2001. Non dico sia giusto, ma prendetevela con chi ha fatto questa legge”. Così ai microfoni de La Zanzara, su Radio24, si difende Salvatore Caltagirone, politico settantenne di Grotte (Agrigento), noto per essere stato dirigente provinciale del Psdi, vicesindaco del Comune siciliano e componente del CdA delle Terme di Sciacca. Caltagirone nel 2001 fu deputato regionale nelle fila di Alleanza Nazionale per pochi mesi, dopo l’elezione di Pippo Scalia alla Camera, che così lasciò il seggio di Palazzo dei Normanni a suo favore. E per quella presenza all’Assemblea Regionale Siciliana, equivalente alla partecipazione del politico a sole 5 sedute, percepisce un vitalizio mensile di 3mila euro lordi. “In realtà, sono 2mila euro netti” – precisa Caltagirone – “Ma ho pagato il riscatto, cioè è come se avessi fatto 5 anni, cioè l’intera legislatura. Rinunciare? E perché? Come me ce ne sono tantissimi altri. Se rinunciano loro, allora rinuncio al vitalizio pure io. Quei soldi mi servono per campare, ho due figli disoccupati che vanno all’università, uno ha 21 anni, l’altro 23. E questi soldi non mi bastano neppure. Sfido chiunque con 2mila euro e con due figli arrivare a fine mese. Senza quel vitalizio avrei la pensione da commerciante, circa 900 euro”. Incalzato dal conduttore, Giuseppe Cruciani, il politico perde la pazienza e ribatte: ” Guardi, ci sono deputati nazionali che a fine legislatura pigliano una specie di risarcimento di 50mila euro. Questa è una cosa ancora più obbrobriosa. Io non mi vergogno di questi soldi perché la legge non l’ho fatta io. Ma cosa vuole da me? Pigli i forconi, vada all’Ars e se la prenda con quelli che l’hanno votata”