Un invito al Senato, affinché approvi in tempi brevi la riforma del ddl Penale, e un auspicio: intervenire presto sulle intercettazioni telefoniche. Sono i temi fondamentali toccati dal guardasigilli Andrea Orlando, intervenuto nell’aula del Senato, per le comunicazioni sull’amministrazione della giustizia. A Palazzo Madama, il ministro ha spiegato di avere “molto apprezzato le circolari diramate da alcune procure, che invitano a una maggiore sorveglianza. Credo vadano nella giusta direzione” sul fronte dell’utilizzo delle intercettazioni telefoniche. “Noto anche, e spero di non essere smentito dai fatti- ha aggiunto però Orlando – che la diffusione di queste informazioni è quantitativamente diminuita. Non ritengo tuttavia che queste circolari siano sufficienti perché credo che la tutela di un libero cittadino non può essere assegnata alla causalità, cioè il fatto che si emanata o meno una circolare. Per questo ritengo che sia necessario un intervento normativo, secondo le linee della delega che il Parlamento è chiamato ad approvare nell’ambito della riforma penale”.
Ed è proprio l’approvazione del ddl Penale l’obiettivo numero uno del ministro della Giustizia, che in questo senso ha lanciato numerosi appelli, persino alla vigilia del voto sul referendum costituzionale. Davanti ai senatori, dunque, Orlando è tornato a spiegare che “sul delicato tema della prescrizione, che ha suscitato le più vivaci discussioni, anche in quest’Aula, credo si sia pervenuti ad un punto di equilibrio fra l’esigenza di assicurare alla giurisdizione tempi congrui allo svolgimento delle attività di accertamento dei fatti di reato e quella di garantire la ragionevole durata del processo, conservando alla prescrizione la sua funzione di stimolo a una definizione dei processi penali in tempi non troppo estesi”. Proprio la prescrizione rappresenta infatti il principale nodo della riforma capace nei mesi scorsi di dividere i vari esponenti della maggioranza. “Approvare questa legge cosi come quella del processo civile – ha quindi detto il guardasigilli – significherebbe dare sistematicità all’intervento riformista che sino qui si è largamente realizzato”.
Poi Orlando ha anche assicurato che “in Italia si è mantenuto fermo l’obiettivo di mantenere e garantire la posizione di autonomia e indipendenza della magistratura” all’interno di un quadro di tutele costituzionali per tutti i cittadini. “Io – ha detto – sono storicamente per contenere le prevaricazioni del potere esecutivo”, ha detto Orlando, e “questo robusto quadro giuridico e istituzionale rappresenta un argine contro pericolose derive populiste”. Quindi ha lanciato un invito al Csm, l’organo di autogoverno delle toghe. “Auspico che il Csm, nella sua autonomia, voglia sempre affidarsi a criteri” legati alla “misurazione dei risultati” e alle “performance degli uffici” “nella individuazione delle figure di vertice degli uffici, individuazione che deve senz’altro procedere con maggiore speditezza”.