Negli ultimi giorni è stato tutto un gridare “mamma mia, che freddo!”. Con qualche ragione, dato che questo inverno è stato nettamente più rigido di quelli degli ultimi anni. Curiosamente, però, i soliti noti che straparlano di “nuova era glaciale” incombente sono rimasti silenziosi, perlomeno sui giornali. Chissà che non siano rinsaviti? Ma, a parte questo, cosa possiamo dire di questa ondata di freddo? E’ una fluttuazione momentanea o qualcosa che ha a che vedere con il cambiamento climatico in generale?
Per prima cosa, bisogna mettere le cose in prospettiva. Il riscaldamento globale non si è fermato e continua imperterrito, con il 2016 che ha battuto il nuovo record di anno più caldo da quando si fanno le misure. Quindi, tutto è relativo. Tanto per fare un esempio, dalle mie parti, in Toscana, c’è ancora sulle colline vicino a casa mia l’edificio della “ghiacciaia” che era usato fino a un secolo fa, circa, per raccogliere neve in inverno e poi rivenderla come ghiaccio in estate. Evidentemente, a quei tempi, in inverno da queste parti nevicava consistentemente per almeno alcuni mesi. Oggi, invece, quello che chiamiamo “inverno rigido” è consistito in qualche spolveratina di neve su quelle stesse colline; subito sparita. Per i nostri antenati, questo inverno sarebbe apparso come una piccola primavera.
Allora, cosa sta succedendo? Beh, mentre la temperatura globale cambia lentamente in media su tutta la superficie terrestre, i cambiamenti locali sono più complessi e difficili da capire e prevedere. Sul clima europeo di quest’anno, ci sono un paio di articoli che potete leggere se masticate bene l’inglese: “L’ondata di freddo dell’Europa dell’Est”, e “Inverni estremamente freddi generati dalla corrente a getto e dal cambiamento climatico”. Secondo alcuni studi, il riscaldamento delle zone polari a Nord sta influenzando la “corrente a getto”, una grande fiume d’aria che si forma nell’atmosfera terrestre alla quota di circa 11 km dalla superficie.
Il riscaldamento della zona polare ha rafforzato le ondulazioni della corrente a getto e ha generato variazioni di temperatura più nette del solito. In pratica, i Balcani e l’Europa centrale (Austria, Ungheria, Polonia, ecc.) si sono trovate a vedersi arrivare addosso aria fredda polare. Questo è successo, in misura minore, anche sull’Italia, in particolare sul versante adriatico. Al contrario, l’Europa dell’Ovest, Spagna Francia, Inghilterra e anche Scandinavia, si trovano in una regione per il momento risparmiata dalle correnti fredde dal nord, e si sono trovate relativamente al caldo.
Quindi, l’evoluzione del clima non è una cosa semplice: sovrapposto al riscaldamento graduale, vedremo sempre di più variazioni locali inaspettate e a volte distruttive. Se poi la corrente del golfo dovesse rallentare in modo veramente sostanziale – come sembra che stia facendo – allora ci potremmo trovare davanti a variazioni del clima veramente drastiche. Non dico come nel film L’alba del giorno dopo che vede tutto l’emisfero nord ghiacciato, questa è pura fantascienza. Però potrebbe generare cambiamenti ancora più importanti di quelli che stiamo vedendo oggi.
Molta gente dice che un piccolo riscaldamento globale potrebbe non essere una cosa tanto cattiva: in fondo staremo più al calduccio e risparmieremo sul riscaldamento domestico. In realtà il riscaldamento globale ci sta portando a un clima instabile e a rapidi cambiamenti per quali spesso non siamo preparati. D’altra parte, il riscaldamento lo stiamo causando noi con le emissioni di gas serra e non ci possiamo lamentare se ne subiamo le conseguenze.