Il M5S non si ferma più. Stando ai sondaggi, neanche dopo i casi Alde e Marra perde terreno. Per Nando Pagnoncelli è la prima forza politica (30,9%, sopra al Pd con il 30,1%), ma anche gli altri sondaggi di queste ore, seppur non al primo posto, lo vedono in crescita.
I partiti non sanno più cosa fare. Gli attacchi “sono un algoritmo”, i ricorsi come quello sul contratto fra Raggi e i garanti del M5S, non sortiscono effetto. Neanche le campagne sui social. Ma allora cosa devono fare per fermare il M5S?
Un modo per fermare il M5S ovviamente esiste. C’è sempre il modo per battere un avversario. Bisogna però saperlo individuare e bisogna essere in grado di realizzarlo. Il secondo punto dipende dai partiti, ma sul primo posso dare qualche consiglio.
Imitare il M5S (sbagliato)
La prima idea che viene ad un partito, per recuperare terreno nei confronti di un avversario che ha grande consenso, è quella di imitarlo. Ma è sbagliata. Il referendum costituzionale e il fatto che Renzi sia a casa ci dimostrano che inseguire gli avversari sui loro temi è inutile. Anzi, dannoso. Perché?
Come spiega il sempre attento Dino Amenduni, di Proforma, uno che conosce bene la comunicazione di Renzi e del Pd avendo fatto per loro diverse campagne con la sua agenzia, lo studio effettuato da Paolo Natale, metodologo di Ipsos e docente all’Università di Milano, ci dà indizi importanti sull’inutilità di inseguire gli avversari sui loro temi. Chiedendo ad un campione di elettori cosa pensassero di singoli temi del referendum, come la riduzione dei senatori e l’abolizione del Cnel, possiamo vedere che la maggioranza di loro era d’accordo. Ma il referendum, come sappiamo, è stato vinto dal No.
Il motivo sta nel proponente. Chi ha proposto questi temi, ovvero il Pd, era poco credibile agli occhi degli elettori. Quello del taglio dei costi della politica è un tema del M5S. Il tema da solo non basta più. Serve che il partito che propone questi temi sia coerente, credibile, per farlo. Altrimenti gli elettori scelgono sempre l’originale (in questo caso il M5S).
Quindi giocare in casa di alti è un errore facile in cui incappare, ma dalle conseguenze disastrose. Allora, come fare per fermare il M5S? Non bisogna copiare i loro temi, ma bisogna fare in modo che i loro temi non raccolgano più tanto consenso. In parole semplici: per battere il M5S bisogna governare bene.
L’unico modo che hanno i partiti per battere il M5S è quello di governare bene
Un sondaggio Tecné andato in onda ieri a Matrix su Canale 5 rivela che due dei quattro fattori che portano consenso al M5S sono la promessa di riscatto sociale proposta dai pentastellati e la situazione di crisi economica e politica del nostro paese (per completezza di informazioni, gli altri due sono l’equidistanza dagli altri partiti e la capacità di raccogliere consensi sia da destra che da sinistra).
Quindi, per togliere consensi al M5S bisogna far passare il desiderio di riscatto sociale e risolvere la crisi, economica e politica cioè governare bene. Ovvero, creare posti di lavoro, aumentando così il benessere della popolazione e le opportunità (fattori inversamente proporzionali al desiderio di riscatto) e portare il Paese così fuori dalla crisi economica. In questo modo, chi governa avrà consensi più ampi ed usciremmo pure dalla crisi politica.
E i 5 Stelle poi cosa fanno? Sparirebbero e sarebbero felici di farlo. Avrebbero comunque raggiunto il loro scopo. Loro stessi hanno sempre detto che il Movimento è una forza a tempo determinato (come i loro eletti). Se i problemi per cui sono nati venissero risolti, allora il Movimento si scioglierebbe felicemente.
I partiti sono in grado di governare bene? O forse la domanda dovrebbe essere: è veramente questo il loro interesse?