Ti invito in tv solo se indossi il velo. E’ in sostanza questo l’ultimatum che diversi programmi televisivi hanno lanciato nei confronti di diverse ragazze musulmane contattate per alcune ospitate. Una di queste – racconta Karima Moual, in un articolo apparso su La Stampa, ha detto di “essere stata chiamata da un noto programma di La7, che però aveva l’esigenza di avere un’ospite velata. Il fatto che la donna musulmana in questione fosse affermata nel lavoro ma non portasse il velo si è rivelato un problema“.
Ma il caso non è isolato: per questo sarebbe importante aprire un dibattito costruttivo. Shereen Mohammed, classe 1993, si legge nell’articolo del quotidiano di Torino, ha recentemente pubblicato sul suo profilo Facebook la messaggistica tra lei e una redattrice del programma Quinta colonna, condotto da Paolo Del Debbio su Rete Quattro, che la invita a partecipare come donna, musulmana e velata per parlare della sua scelta e delle difficoltà. Mohammed, come se fosse stata in attesa da anni di quell’invito, e sfogando tutto il dissenso e la frustrazione provati durante la visione delle puntate di quell’arena, ha risposto “purtroppo conosco la vostra trasmissione, credo che come tutte le ragazze che avete invitato questi giorni, rifiuterò anche io. Non sono disposta a farmi trattare da burattino in una trasmissione dove gli ospiti vengono buttati in pasto ai leoni (..) Inoltre non vedo questa necessità di ricorrere a stereotipi. Sì, sono musulmana, porto il velo per scelta, ma sono molto altro”.
Insomma, un vero e proprio movimento di boicottaggio contro una sbagliata e strumentale rappresentazione dei musulmani e dell’Islam in programmi che spesso accentuano lo scontro al posto di favorire comprensione. Le musulmane, per gli autori di alcuni programmi, devono indossare il velo e gli uomini devono avere la barba. Gli altri non esistono: i musulmani sono tutti così. Per cui se sei una musulmana senza velo non saresti rappresentativa di quell’immagine che si vuole diffondere, attraverso un appiattimento.
Il tema è talmente delicato che il segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, ha inviato una lettera aperta a Monica Maggioni, presidente Rai, chiedendo di fare luce su queste dinamiche. “Volere in studio solo donne con il velo – scrive deputato dem – ricorda la deriva di alcune trasmissioni tv interessate a ospitare donne del parlamento e della politica solo se di presunta bella presenza. Peraltro la questione delle invitate solo se belle non è mai stata chiarita dalla Rai, anche dopo la denuncia in commissione di Vigilanza di alcune associazioni femministe e dei consumatori. Il fenomeno della ricerca di donne col velo starebbe portando molte musulmane a disertare il piccolo schermo, per non prestarsi a una messinscena stereotipata, volta ad accendere solo i peggiori istinti xenofobi“. In sostanza, la comprensione dell’altro parte dalla giusta rappresentazione. Stereotipi a parte.