“Più che un cervello in fuga, mi considero un cuore in fuga, perché sono innamorato del nostro Paese”. Vincenzo Micillo, prima di lasciare l’Italia, ci ha pensato a lungo. Arrivato alla soglia dei 40 anni, però, ha capito che la sua Napoli non aveva più molto da offrirgli e che era meglio cambiare aria. E allora, dove ricominciare? Vincenzo sceglie Londra, per ragioni di cuore e di testa: “La mia compagna vive qui dal 2008, dove porta avanti il suo lavoro di ricerca su una forma particolarmente aggressiva di cancro – racconta -, mentre io mi sono deciso a raggiungerla solo nel 2012”.
Di chance all’Italia Vincenzo ne ha date tante. Dopo la laurea in economia a Napoli si è fatto le ossa nell’amministrazione di varie società: “Ho trascorso anche un anno a Roma, poi sono tornato a casa, a Giugliano, perché un’azienda mi aveva offerto un lavoro. Me ne sono pentito nel giro di qualche giorno”. Pur potendo contare su un posto fisso, Vincenzo sente di poter dare molto di più: “Non mi piaceva l’assoluta mancanza di prospettive, in Italia è difficile raggiungere posizioni di alto livello se non conosci nessuno. È tutto bloccato, anche perché molte aziende sono a conduzione famigliare”.
Una motivazione abbastanza forte da spingerlo a cambiare le carte in tavola: “Io all’inizio ero reticente nei confronti di Londra, ma ora posso dire di essermi completamente ricreduto”. Il periodo di assestamento nella capitale inglese è durato poco: “Qui ci sono agenzie che lavorano 24 ore al giorno per trovarti un lavoro – spiega -, io ho mandato la mia application per diventare assistente amministrativo di un’azienda e mi hanno richiamato quasi subito”. Un passo alla volta, Vincenzo è riuscito a consolidare la sua posizione: “Oggi gestisco in prima persona la contabilità di una società che vende abiti d’alta moda e sento finalmente di fare parte di un gruppo – ammette –, senza contare che ogni giorno continuo a ricevere via mail proposte di lavoro”.
Oggi che di anni ne ha 44 può finalmente guardare positivamente al futuro. “Mi sono innamorato del modo di lavorare degli inglesi, qui le aziende ti permettono di fare un percorso di crescita, sobbarcandosi tutte le spese – spiega -. Ho visto ragazzi partire come magazzinieri di un supermercato e diventare responsabili della sezione logistica”. Nonostante la crisi degli ultimi anni si sia fatta sentire anche lì, la situazione non è stagnante: “Alcuni miei ex colleghi si sono licenziati a 50 anni per andare a lavorare in altre compagnie, in Italia quanti potrebbero permettersi di fare lo stesso?”, si chiede. Secondo lui, però, si tratta soprattutto di una questione culturale: “In Italia ci accontentiamo di fare il poco che ci spetta, qui invece pretendono che tu cresca professionalmente di anno in anno e questo ti fa sentire invogliato a dare di più”.
Anche da lontano, Vincenzo non può fare a meno di pensare al suo Sud: “Napoli è un patrimonio immenso, avrebbe tutto, ma non funziona niente. Non ci sono progetti né investimenti e lo Stato è assente in tutte le sue forme, dal lavoro alle infrastrutture”, aggiunge. La vita nella capitale inglese è un’altra cosa: “Londra non sarà così bella, ma io qui ho trovato la mia felicità”, ammette.
E così quel salto nel vuoto fatto alla soglia dei 40 anni, si è trasformato in una storia di successo: “Prima di partire sapevo che sarei potuto finire a fare cose che non mi piacevano, ma ho capito che la vita ci riserva sempre delle sorprese”, ammette. L’obiettivo è non perdere mai di vista i propri sogni: “Il cambiamento mi è servito a capire che nella vita bisogna sempre fare quello che ci piace – sottolinea – e cercare un posto in cui è possibile farlo”.