Lo aveva preannunciato il 6 gennaio scorso il blog televisivo DavideMaggio.it, adesso, nonostante le frenate tattiche durante la conferenza stampa di qualche giorno fa, è arrivata la conferma ufficiale di Carlo Conti: Maurizio Crozza sarà ospite del prossimo Festival di Sanremo.
Il comico genovese, in procinto di cominciare la nuova avventura su Nove del gruppo Discovery, porterà sul palco dell’Ariston il “format” delle copertine che hanno aperto per molti anni i talk di approfondimento politico di Giovanni Floris (prima Ballarò, poi DiMartedì).
Il rapporto tra Maurizio Crozza e Sanremo è particolare: nel 2013, causa imitazione di Silvio Berlusconi, aveva ricevuto bordate di fischi dalla platea tradizionalmente conservatrice del teatro Ariston, tanto da costringere Fabio Fazio a intervenire per placare gli animi e chiedere ai contestatori di permettere a Crozza di esprimersi liberamente. Un episodio increscioso, con Crozza visibilmente imbarazzato, ma nel 2014 era tornato sul luogo del delitto, stavolta molto più accorto e attento a non turbare la sensibilità politica del pubblico in sala.
Quest’anno, invece, Crozza sarà ospite in tutte le cinque serate del Festival, con le “copertine” che non apriranno lo show ma dovrebbero arrivare tra le 22 e le 22.30. Copertine in video come da Floris, e dunque senza l’obbligo di essere a Sanremo? Non si sa ancora, ma Maurizio Crozza ci sarà. Discovery, dunque, si unisce a Rai e Mediaset in questo Festival di larghissime intese.
C’è chi parla di Nazareno sanremese, di inciucione catodico-canzonettaro. Forse, però, la presenza di personaggi appartenenti a scuderie televisive diverse indica soltanto che il Festival di Sanremo è un evento che va oltre i tradizionali steccati tra aziende e canali, il solito enorme carrozzone nazionalpopolare che, almeno per una settimana, congela la guerra degli ascolti. Una sorta di pax sanremese che, a parte qualche eccezione, c’è sempre stata e che quest’anno sembra ancora più marcata.