Le istituzioni del piccolo centro in provincia di Macerata avevano chiesto alla Protezione civile un mezzo adatto per aprire un varco e raggiungere le frazioni isolate. Dopo giorni di attesa il veicolo è arrivato, ma non è adatto ad operare in simili condizioni. Il numero due del Comune: "Ma come è ammissibile una cosa del genere? Siamo un Comune di montagna, ci serviva davvero uno scienziato per capire che alla prima salita si sarebbe fermata? E infatti, così è stato"
“Quando abbiamo visto arrivare la turbina, pensavamo di poter tirare un sospiro di sollievo“. E invece? “E invece è stata una beffa“. Massimo Valentini, vicesindaco di Ussita, risponde al telefono mentre è in macchina con i funzionari della Protezione civile. Sta tornando al centro del Comune – 450 abitanti in provincia di Macerata – dopo aver fatto l’ennesimo tentativo di raggiungere Frontignano, frazione isolata a oltre 1300 metri d’altezza sui Monti Sibillini. “A questo serviva la turbina che avevamo chiesto con insistenza alla Protezione civile: ad aprire una via d’accesso per i centri abitati più distanti, primo fra tutti Frontignano“. L’attendevano da 2 giorni, a Ussita, la turbina. Ma quando è arrivata alla base del paese, stamattina, a quel punto ci si è accorti della “beffa“. “Ce l’hanno mandata senza catene. Ma come è ammissibile una cosa del genere? Siamo un Comune di montagna, ci serviva davvero uno scienziato per capire che alla prima salita si sarebbe fermata? E infatti, così è stato”.
Il primo a lanciare la denuncia è stato il sindaco di Ussita, Marco Rinaldi, che in una sua pagina ufficiale su Facebook ha postato le foto della turbina bloccata tra due muri di neve e ha esternato tutta la sua indignazione. “Non ho parole!!!! Sono su tutte le furie!!!!!!”. Dopo ore di rabbia e incredulità, alla fine si è deciso di richiedere alla Provincia di Macerata delle catene. “Ne abbiamo trovate 2 – spiega Valentini – e le abbiamo subito montate alla turbina, che adesso ha cominciato ad aprire un varco verso Frontignano. Ma solo poche centinaia di metri, per ora. Mezzi del genere necessiterebbero di 4 catene, non di 2: ma in mancanza d’altro…”. La frustrazione degli amministratori di Ussita, però, va al di là di questo singolo, grottesco episodio. Il vero problema, assicura il vicesindaco Valentini, ha a che fare con le lentezze legate alla burocrazia. “Se dessero a noi il pieno potere per agire come vorremmo, lavoreremmo meglio e più velocemente”. E perché non gli viene dato? “Eh, bella domanda. Speravo poteste dirmelo voi giornalisti. Il sindaco Rinaldi ha pregato la Protezione civile di concederci alcune deroghe per intervenire in modo autonomo. Ha parlato personalmente anche con il capo dipartimento Fabrizio Curcio. Ma non c’è stato nulla da fare”.
L’emergenza principale, in queste ore, è quella legata alla viabilità. “La Salaria è irraggiungibile da mesi, per noi. E la superstrada Foligno-Civitanova è rimasta per giorni impraticabile o quasi. E’ stata lasciata in condizioni pietose“. Ci sarebbe anche la Statale della Valnerina, però. O no? “Ma quando mai? E’ dal 30 di ottobre che è chiusa a causa di una frana. Ma vi sembra possibile?”. Unico dato positivo: al netto della rabbia accumulata, per fortuna a Ussita non si è mai temuto per la vita degli abitanti. Spiega Valentini: “Nelle frazioni più lontane, come Casali e Frontignano, non c’era rimasto nessuno. Tutti i residenti erano stati evacuati dopo il terremoto del 30 di ottobre. Ci sono solo alcuni pastori e allevatori che devono raggiungere le loro stalle lassù, ma li abbiamo tratti in salvo subito”. Il vicesindaco si ferma per un secondo. Poi riprende: “E lo abbiamo fatto coi nostri mezzi e coi nostri metodi. Proprio quelli che vorremmo poter utilizzare sempre, in caso di emergenza“.