Sono 33 mila gli utenti senza elettricità in Abruzzo, a seguite all’ondata di maltempo e al terremoto che si sono abbattuti sul centro italia. Ventiquattromila gli utenti ancora al buio nel teramano, cinquemila in provincia di Pescara e quattromila in provincia di Chieti. “Ci sono zone ormai da sei giorni senza luce“. Lo riferisce il sindaco di Teramo, in Abruzzo, Maurizio Brucchi confermando che il ritorno alla normalità per il comune è ancora lontano, almeno fino a quando il tempo non migliorerà. “Stiamo andando nelle zone di Colle Izzone, Sparazzano, Villa Romita con i mezzi a fare il massimo sforzo. L’emergenza più grave è quella elettrica, la gente è esasperata”.

Mentre si continua a lavorare per liberare completamente le frazioni, resta invece un’incognita l’apertura delle scuole. “Della riapertura delle scuole per il momento non se ne parla” conferma il sindaco, che aggiunge come oltre alla zone di Colle Izzone, che risulta ancora isolata, si lavori senza sosta anche dentro i vari paesi per liberare le persone di fatto bloccate in casa. “Stiamo andando con le turbine a mano dentro i vari paesi e le frazioni a pulire vicoli e vicoletti ancora bloccati dalla neve” conclude Brucchi.

Per far fronte alla situazione di crisi, la direzione della Asl 1 AvezzanoSulmonaL’Aquila ha attivato l’unità di crisi per l’emergenza neve e sisma su tutto il territorio provinciale. L’azienda sanitaria ha predisposto piani per l’evacuazione di ospedali e per la gestione di massicci afflussi di feriti, corsi di formazione per il personale, procedure speciali per trattare casi di ipotermia da valanghe, questo alla luce di ciò che è accaduto all’hotel Rigopiano di Farindola. Azioni programmate da “mettere eventualmente in atto in caso di necessità – dichiara il manager della Asl, Rinaldo Tordera. Ciò al fine di fronteggiare al meglio e nel dettaglio, senza lasciare nulla al caso, le situazioni critiche che dovessero presentarsi. Un assetto organizzativo di uomini e mezzi che sarà ulteriormente perfezionato nelle prossime settimane e che riguarderà tutti gli ospedali della provincia”. Ma è stato attivato – prosegue l’Asl – anche il protocollo per il trattamento di ipotermia da valanghe, questo alla luce di buello che è accaduto all’hotel Rigopiano di Farindola.

Come a Teramo il problema elettricità si fa sentire anche nelle Marche. Le frazioni ancora isolate della provincia di Ascoli Piceno sono state quasi tutte raggiunte, mentre al momento, fa sapere la Protezione civile regionale, sono 800 le utenze Enel ancora disalimentate. Ma le migliori condizioni metereologiche, con temperature leggermente più miti e qualche piovasco, hanno aumentato il rischio di slavine, tanto che a Pozza, una frazione di Acquasanta Terme, la popolazione è stata fatta evacuare con un’ordinanza del sindaco per il rischio alto che dalla montagna sovrastante la provinciale si stacchi un ammasso di neve.

E il maltempo, secondo una stima della Coldiretti, ha causato 400 milioni di euro di danni nelle campagne italiane. L’ultimo allarme viene dalla Sardegna dove potrebbero essere centinaia gli animali morti, soprattutto mucche, intrappolate nella neve, mentre il bilancio è drammatico nelle zone del terremoto dove sono addirittura iniziate le evacuazioni degli animali sopravvissuti dalle stalle crollate per le nuove scosse ed il peso della neve. Lo stress a cui sono sottoposti gli animali ha causato un crollo del 50% della  produzione di latte nelle mucche e pecore. Mentre Interi raccolti di ortaggi invernali nelle regioni del centrosud sono stati danneggiati: serre e piante da frutta, come agrumi e viti, sono crollate sotto il peso della neve.

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