Fra le mani che scavano nella neve, cercando di dare sollievo alle vittime del maltempo e del terremoto, ci sono anche quelle di 10 migranti africani rifugiati o richiedenti asilo, volontari della Croce Rossa Italiana. “Vogliamo dare una mano alle persone vittime del terremoto”, ha detto Barry Misbaou, 24 anni, della Guinea Conakry.
Il gruppo di giovani ghanesi, maliani, nigeriani, proveniente da Settimo Torinese, dove sorge un grande centro della Cri che li ha formati, ha chiesto di essere impiegato nelle zone dell’Abruzzo colpite da terremoto e maltempo. Non è la prima volta che accade che gruppi di immigrati, arrivati in Italia sui barconi della speranza, chiedono volontariamente di essere destinati a ricoprire incarichi di soccorso. Era già accaduto quando il terremoto aveva colpito il centro Italia, nell’agosto scorso.
Allora venti profughi ospiti di una struttura gestita dal Gus a Monteprandone (Ascoli Piceno), quasi tutti nordafricani, partirono come volontari alla volta di Amandola. Raggiunti poco dopo da altri dieci profughi provenienti da Benevento. Mentre altre decine donavano i loro due euro al giorno ai terremotati, in una sorta di colletta “fra chi ha poco per chi ha poco”.
La foto principale è tratta dall’account Twitter della Croce Rossa italiana