La resistenza agli antibiotici è da tempo un tema all’attenzione anche dell’Onu. È dello scorso settembre la notizia che super batteri resistenti agli antibiotici – come ha dimostrato una ricerca di Harvard – si sono darwinianamente evoluti. Ma è di oggi la notizia che scienziati Usa hanno sviluppato una molecola che rende nuovamente sensibili a vecchi e ormai ‘inutili’ antibiotici diversi batteri farmaco-resistenti che rappresentano oggi una minaccia per la salute pubblica. Il risultato è stato messo a segno, per ora in provetta e su topolini, dal gruppo di Bruce Geller della Oregon State University in un lavoro pubblicato sul Journal of Antimicrobial Chemotherapy.
Si tratta di una molecola che “disinnesca” – in modo universale – un enzima batterico (NDM-1) che produce la resistenza agli antibiotici carbapenemi, usati esclusivamente in ospedale per gravi infezioni. Molti di questi stanno diventando o sono divenuti inutili perché i diversi batteri, grazie a diverse versioni dell’enzima NDM-1 aggirano la loro azione.
I ricercatori hanno sviluppato una molecola – nome in codice PPMO – in grado di mettere ko le svariate forme in cui è presente l’enzima della resistenza. Testata in provetta e su topolini infettati con batteri killer resistenti ad antibiotici, PPMO si è rivelata efficace, per di più su diversi tipi di batteri. Gli esperti contano di iniziare le sperimentazioni cliniche di PPMO in associazione a diversi carbapenemi nell’arco dei prossimi tre anni.