In America, su Twitter, si scatena addirittura il presidente Donald Trump, facendo discutere giornalisti e semplici utenti. In Italia, della serie ognuno ha quel che si merita, a far parlare di sé, causa tweet decisamente inopportuni, è Fabrizio Bracconeri. Ex ragazzo della III C, attore in un paio di film di Carlo Verdone e poi, a lungo, comprimario di Forum all’epoca di Rita Dalla Chiesa, Bracconeri aveva già dato prova di una certa disinvoltura sconsiderata in passato, ma nelle ultime ore ha piazzato una doppietta discutibile. Prima ha cinguettato “Governanti traditori e infami da fucilare per quello che hanno fatto al popolo”, offrendosi volontario come membro del plotone di esecuzione.
Voglio ricordare ai GOVERNANTI che i traditori e gli infami VANNO FUCILATIper quello che avete fatto al popolo vorrei essere uno del PLOTONE
— Fabrizio Bracconeri (@FabriBracco64) 22 gennaio 2017
Poi ha rilanciato e commentato con un “GRANDE!”, un tweet di tale Cuordileone55 Vanni che così corredava una foto di Giovanna Botteri, corrispondente Rai dall’America: “Siamo pure obbligati a pagare ‘sta troia”.
@Cuordileone55V @denber1974 GRANDEEEEEEE!!!
— Fabrizio Bracconeri (@FabriBracco64) 22 gennaio 2017
Bracconeri, in passato candidato alle Europee nelle liste di Fratelli d’Italia, continua a far parlare di sé sui social network, evidentemente perché non ci riesce in ambito lavorativo.
Nella mattinata di lunedì, infine, ha rincarato la dose invitando i suoi follower a utilizzare la violenza: “Finché usiamo le mani solo per scrivere sulle tastiere NON CAMBIERÀ NULLA!!! Loro lo sanno “can che abbaia non MORDE” ….e tutto va!”.
A stretto giro, sono arrivate anche le risposte entusiaste dei seguaci più affini alle idee politiche di Bracconeri, il quale ha retwittato una foto di un manganello con la scritta “DUX MUSSOLINI”.
Finché usiamo le mani solo per scrivere sulle tastiere NON CAMBIERÀ NULLA!!! Loro lo sanno “can che abbaia non MORDE” ….e tutto va!
— Fabrizio Bracconeri (@FabriBracco64) 23 gennaio 2017
Una volta, quando ancora non avevamo ancora annacquato tutto nel mare magnum dei social network, avremmo definito un atteggiamento del genere “apologia del fascismo”.
Verrebbe da dire, morettianamente, che le parole sono importanti, soprattutto se cinguettate da un signore che, nonostante l’evidente mancanza di talento, ha una discreta popolarità. Incitare alla violenza contro i politici e recuperare con evidente nostalgia simboli e motti del Ventennio, non fanno che confermare ancora una volta la sconsideratezza dell’atteggiamento di Fabrizio Bracconeri sui social network. Agli idioti, ormai, dovremmo essere vaccinati. Ma qualche anima candida pronta a farsi influenzare da tale signore, purtroppo, circola ancora.