Antonio Landieri, 25 anni, morì il 6 novembre 2004. Rosario Esposito La Rossa, suo cugino, scrisse un libro per raccontare la sua storia. Lo scorso 12 novembre è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana
Venne ucciso il 6 novembre 2004, nel quartiere di Scampia, a Napoli. Vittima innocente di un agguato di camorra. La polizia non ha mai smesso di dare la caccia ai suoi assassini. E oggi, dopo 13 anni, i presunti killer di Antonio Landieri, ragazzo disabile di 25 anni, sono stati arrestati. Cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse nei confronti di altrettanti esponenti considerati appartenenti al clan degli Scissionisti, ritenuti responsabili dei reati di omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi, reati aggravati dal metodo mafioso.
Le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia e svolte dalla Squadra Mobile di Napoli hanno permesso di fare piena luce sulle responsabilità individuali e le dinamiche criminali nell’ambito delle quali maturò l’omicidio di Antonio Landieri.
Il cugino di Antonio Landieri, Rosario Esposito La Rossa, 28 anni, scrisse un libro sul quell’omicidio, dal titolo Al di là delle neve. Rosario Esposito La Rossa lo scorso 12 novembre è stato uno dei 40 cittadini insigniti dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. La raccolta di racconti dedicata al cugino morto ha vinto, tra l’altro, il premio Fabrizio Romano 2007 e il premio Siani 2008. Nel libro si parla, tra gli altri argomenti, del commercio della droga nel quartiere – appunto, la neve del titolo, cioè la polvere bianca, del degrado delle Vele, dell’infanzia negata.
Nell’agguato del 6 novembre 2004, insieme con Landieri, furono coinvolte altre cinque persone che rimasero ferite mentre il vero obiettivo dei killer riuscì a sfuggire all’agguato. I sicari giunsero a bordo di due moto iniziando a sparare all’impazzata. Intorno al calciobalilla, posto sotto una struttura in lamiera utilizzata da un venditore di frutta e verdura in via Labriola, c’erano quattro persone mentre poco distante ce n’erano altre. La vittima di quei colpi, Antonio Landieri, tentò di ripararsi dirigendosi verso l’androne del palazzo dove abitava la famiglia ma qui cadde a terra. Inutile il tentativo di trasporto in ospedale.
“Nel momento in cui tutti scappavano – disse Esposito La Rossa all’Ansa in occasione della cerimonia al Quirinale – noi abbiamo deciso di restare e occupare gli spazi vuoti lasciati dalla camorra e dalla malapolitica. Abbiamo prodotto libri nel quartiere con il più alto tasso di analfabetismo in Italia”. Secondo Esposito La Rossa “oggi a Scampia la situazione è migliorata moltissimo, ci sono presidi culturali che non esistevano dieci anni fa e che sono l’opposto delle piazze di spaccio. Ogni 300 metri a Scampia c’è un’associazione, un centro aggregativo: dalla palestra di Maddaloni alla scuola calcio Arci Scampia al Centro Mammuth per bambini per esempio. Insomma, dei luoghi dove i ragazzi possono avere un’alternativa. Le piazze dello spaccio sono state decimate, oggi Scampia è un laboratorio di sperimentazione sociale. Noi ci sentiamo parte di questa primavera umana che sta facendo la storia di questo quartiere”.