“Non essere con il Movimento significa non avere le mani legate, non dover sottoscrivere contratti con un’azienda privata e avere al centro l’interesse dei cittadini, come abbiamo sempre dimostrato di avere avuto”. Il giorno della presentazione ufficiale della sua ricandidatura a sindaco di Parma, Federico Pizzarotti non risparmia critiche alla forza politica con cui nel 2012 è riuscito a salire sulla poltrona più alta del Comune. Cinque anni dopo la storica vittoria, da ex Cinque stelle, dopo i contrasti con i vertici del M5s e la sua uscita definitiva lo scorso ottobre, il sindaco scende in campo in solitaria con una lista civica “aperta ai cittadini, che dialogherà con tutti, ma chiusa ad alleanze con altri partiti”.

Nessun contatto con il Pd, come più volte in questi anni ha vociferato la stampa, né, assicura Pizzarotti, con altri movimenti in via di definizione come quello di Giuliano Pisapia. E niente più Beppe Grillo a fargli da megafono e a sostenerlo con il Movimento come nel 2012, ma anzi la possibilità persino di trovarsi paradossalmente “dall’altra parte”, a confrontarsi con un ipotetico altro candidato Cinque stelle, che potrebbe comparire nella lista degli aspiranti alla fascia tricolore. Il Movimento a Parma infatti non è sparito insieme al sindaco e ai suoi consiglieri che con lui hanno detto addio ai Cinque stelle fondando il gruppo “Effetto Parma”: ci sono due esponenti fuoriusciti dalla maggioranza di Pizzarotti in contrasto alle sue scelte politiche, e anche in maggioranza è rimasto un consigliere pentastellato.

Alle prossime amministrative Pizzarotti potrebbe scontrarsi con un rappresentate della sua ex forza politica: “Io rispetto tutti, ma non temo nessuno – ha detto riguardo a questa eventualità – Penso che sia meglio non avere partiti che pretendono poltrone o limitano nelle scelte. Ho sempre inteso questo lavoro come un servizio e risponderò agli attacchi personali o alle accuse con le proposte per la città”.

Le frecciate al Movimento non mancano, soprattutto sulle frizioni passate e sull’indagine del Teatro Regio, poi archiviata, causa ufficiale della sua sospensione e che ha spalancato le porte per la sua uscita. “Mi ricandido per i tanti cittadini che me lo hanno chiesto, per quelli che mi sono stati vicini anche nei momenti difficili dei contrasti con il Movimento o delle indagini come quella sul Teatro Regio, e che a differenza del partito che ho contribuito anche io a far crescere, non mi hanno mai voltato le spalle, ma mi hanno sempre incitato ad andare avanti”.
Dopo l’annuncio via social network di qualche giorno fa, Pizzarotti ha spiegato i motivi della sua decisione al Workout Pasubio, “un luogo simbolo del fallimento di Parma”, che sotto la sua giunta è stato riqualificato. “Non vogliamo lasciare il lavoro a metà” ha esordito di fronte alla stampa locale e nazionale, alla squadra di consiglieri e alla sua giunta al completo, oltre a tanti simpatizzanti. “Siamo partiti da una situazione con 870 milioni di debiti e siamo riusciti a concludere quasi tutte le opere bloccate, abbiamo fatto dell’ascolto il nostro metodo di lavoro e continueremo a farlo”.

La campagna elettorale del 2017 per il sindaco ex grillino è cominciata il 21 gennaio, lo stesso giorno in cui anche cinque anni fa, da semplice informatico prestato alla politica, cominciava la corsa per la guida del Comune insieme ai Cinque stelle. Primo sindaco grillino di una città capoluogo di provincia allora, e adesso di nuovo candidato sindaco senza bandiere. Il nome della lista non c’è ancora, così come la squadra, ma non tutti gli assessori e i consiglieri, per motivi professionali o personali, seguiranno Pizzarotti nel suo tentativo di bis, anche se “continueranno a sostenere il nostro percorso”. Il modello, spiega il sindaco, è quello della lista civica pura, “non mascherata da alleanze con i partiti, ma fondata sul lavoro di cittadini che conoscono bene la propria città”, e il dialogo è aperto a tutti. “Ho sempre detto che sarei stato il sindaco di tutti e voglio continuare a esserlo. All’inizio ero stato criticato per questa affermazione, ma poi anche altri amministratori Cinque stelle l’hanno usata. – ha concluso – Io mi sono sempre sentito libero, non ci siamo mai piegati a fare gli yesman. La nostra attenzione rimarranno per Parma e i suoi cittadini, come sempre è stato”.

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