E tre. Per la terza volta, a tre mesi dalle prime critiche, il presidente dell’Inps Tito Boeri attacca le novità contenute nella legge di Bilancio. “Questa è una manovra che fa aumentare il debito implicito e ogni manovra che lo fa scarica oneri sulle generazioni future. E questa lo fa in modo non irrilevante”, ha detto Boeri al convegno Tutto pensioni 2017 organizzato dal Sole 24 Ore. Per Boeri, dunque, la la manovra “aumenta la spesa pensionistica aumentando la generosità di trattamenti su categorie che hanno già fruito di trattamenti più vantaggiosi di chi ne fruirà in futuro”.
Il presidente dell’Inps ha puntato l’indice sull’estensione della quattrordicesima, che potrebbe andare anche a chi non proviene da una condizione familiare di disagio. “L’intervento sulla quattordicesima – ha detto – può venire a premiare delle persone che si trovano in famiglie dove ci sono altre persone che hanno pensioni elevate o patrimoni ingenti. Mentre in Italia c’è un problema molto serio di povertà. Se guardiamo i dati sui consumi è raddoppiata negli anni della crisi nella fascia al di sotto dei 65 anni, e su questo continuiamo a non intervenire in modo sistematico”.
“Nell’ambito del sistema pensionistico permangono forti iniquità, differenze di trattamento macroscopiche anche alla stessa generazione, e su questo fin qui non si è intervenuti”, ha aggiunto. Per questo per Boeri bisogna sempre guardare al debito implicito, su cui, ha spiegato, “ho visto tanto scetticismo”. Il debito implicito, haspiegato, “è l’insieme delle impegni presi dallo Stato nei confronti degli attuali contribuenti, pensionati e contribuenti futuri. E se si dice che il debito implicito è qualcosa che non ha valore si sta implicitamente dicendo che in futuro si taglieranno le pensioni”.
Già in passato l’economista che guida l’istituto previdenziale aveva messo nel mirino la riforma contenuta nell’ultima manovra varata dall’esecutivo di Matteo Renzi. Lo aveva fatto nell’ottobre scorso, in una videoregistrazione trasmessa durante il convegno dei giovani di Confindustria, durante la quale aveva definito la manovra “nel solco delle leggi di stabilità degli ultimi 10/15 anni in Italia, con poche eccezioni, forse quelle del 2015 si è distinta per attenzione ai giovani”. E poi con un intervento sul Corriere della Sera in cui aveva bollato come “poco credibili” gli impegni del governo “sulle salvaguardie degli esodati“.