Le case popolari prima agli italiani, lo stop all’accoglienza dei profughi e le quote rosa bollate come “anacronistiche. E poi l’abolizione della “consulta delle pari opportunità“, la cittadinanza onoraria al giornalista Magdi Allam e Imagine, la celebre canzone di John Lennon, accusata di essere un “inno comunista“. Benvenuti nell’ex “feudo rosso” di Cascina, città di 45mila abitanti in provincia di Pisa dallo scorso giugno guidata dal primo sindaco leghista della Toscana, la 29enne Susanna Ceccardi. Gli avversari del centrosinistra la snobbavano – “ragazzetta”, la chiamavano – ma la “leonessa” (come l’ha definita il leader leghista Matteo Salvini) ha ribaltato i pronostici e al secondo turno ha sconfitto (50,3%) per soli 101 voti il sindaco uscente del Pd Alessio Antonelli. “La musica è cambiata e i residenti, stufi di sentirsi abbandonati e snobbati a favore degli stranieri, sono dalla mia parte”, dichiara ora Ceccardi al fattoquotidiano.it puntando il dito contro “70 anni di malgoverno che ha determinato un’urbanizzazione selvaggia” e “contributi a pioggia a varie associazioni”. Secondo la segretaria locale del Pd Cristina Conti il sindaco si concentra però solo su “temi ideologici” e “in realtà in questi mesi ha fatto ben poco”. Ma perché il Pd ha perso? “Non siamo stati abbastanza presenti sul territorio – risponde Conti – dobbiamo saper riprendere l’ascolto delle persone”.
Addio consulta pari opportunità: “Donne non sono panda” E in attesa che il Pd riprenda ad ascoltare le persone, a Cascina è la Lega che comanda. Prima decisione assunta dalla nuova amministrazione targata Sole delle Alpi? Lasciare subito l’Anci, (l’associazione che riunisce i comuni italiani) e l’Aiccre (associazione del consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa): una mossa pubblicizzata perfino sul palco di Pontida, che – secondo la prima cittadina – ha portato al “risparmio di 60mila euro”. Una delle prime azioni della maggioranza, poi, è stata quella di presentare una mozione per abolire la consulta della pari opportunità: “Il provvedimento – riferisce il sindaco – arriverà presto in consiglio comunale. Io sono a favore dell’abolizione: le donne non sono panda, ce la fanno da sole”. Dura la consigliera regionale del Pd Alessandra Nardini che parla di “proposta aberrante”. “A Cascina – scrive invece Ceccardi su facebook – il sindaco è donna, il presidente del consiglio è donna, il segretario generale è donna, le 7 posizioni organizzative sono donne, nel gruppo della Lega abbiamo 7 consiglieri donna su 13. Volete dare a noi lezioni di pari opportunità?”. In passato puntualizzò: “Non chiamatemi sindaca”.
“Case popolari ai cascinesi” e stop accoglienza- Un vero e proprio cavallo di battaglia dell’esponente del Carroccio è poi quello legato all’assegnazione delle case popolari. Già alla fine del 2015 l’allora consigliere comunale Ceccardi aveva postato su facebook la lista dei primi assegnatari di case popolari nel comune di Pisa, ironizzando: “Graduatoria a Tunisi, pardon, a Pisa. Niente di strano?”. Ora la sua amministrazione, sfruttando un cavillo di legge, ha modificato i criteri di formazione delle graduatorie per gli alloggi Erp. Ai cittadini extracomunitari non basterà più inviare l’autocertificazione del proprio stato patrimoniale, essi dovranno invece presentare il documento ufficiale rilasciato dall’ambasciata o dal consolato. Ritornello simile per i contributi-affitto: “Cascinesi e stranieri sono ora trattati alla pari. Il risultato? In graduatoria ora il 75% è italiano”. Il comune ha interrotto anche il progetto Sprar che dava accoglienza a 14 profughi. Una mossa confermata dalla prima cittadina :”Non darò più disponibilità ad accogliere profughi in strutture del comune”, dice per poi scagliarsi contro il “business dell’accoglienza“. Al momento a Cascina sono rimasti una settantina di migranti:”Sono accolti in strutture private – puntualizza – Su eventuali accordi tra prefettura e privati non posso intervenire”.
“Non celebrerò unioni civili“- Il sindaco conferma anche la volontà di non voler celebrare unioni civili né di voler conferire deleghe per farlo: “A Cascina – precisa – si potranno comunque continuare a celebrarle: basta rivolgersi all’ufficiale di stato civile”. Polemiche ha poi sollevato l’incontro “Gender e omodittatura” del 20 gennaio al teatro Politeama moderato dal leghista Lorenzo Gasperini, ex capo di gabinetto di Ceccardi. “Il fatto – afferma il vicesindaco di Livorno Stella Sorgente – che una forza politica e un’amministrazione utilizzino un teatro per promuovere simili conversazioni dimostra che dobbiamo andare avanti sulle politiche Lgbt“. Ceccardi ribatte: “A fine 2016 il teatro dette disponibilità a ospitare la senatrice Pd Monica Cirinnà“.
Imagine “inno comunista”- Un’altra decisione che ha attirato un vespaio di polemiche è stata poi quella di conferire la cittadinanza onoraria al giornalista Magdi Cristiano Allam alla fine del 2016. Anche qui il sindaco ha replicato, ricordando che le passate amministrazioni conferirono l’onorificenza all’attivista comunista Silvia Baraldini, condannata negli Usa per associazione sovversiva: “Giusto allora conferirla a una ex terrorista?”, dice Ceccardi, aspramente criticata per aver postato una vignetta raffigurante una vichinga con lo scudo (“Europa”) che prende a calci un musulmano con faccia da maiale. “Che c’è di scandaloso in una vignetta che rappresenta l’Europa che prende a calci il terrorisma islamico? Chi si offende è connivente” replicò. Una bufera sull’amministrazione leghista si è scatenata poi quando il sindaco ha definito “inno comunista” la canzone di John Lennon: “Non voglio un mondo senza religioni e senza proprietà privata: sono contraria ai valori marxisti e all’Unione sovietica“, dice Ceccardi. E pazienza se l’Unione Sovietica non esista più dal 1991, quando la prima cittadina di Cascina aveva appena 4 anni.