Gaffe del sociologo Domenico De Masi, durante la trasmissione Omnibus (La7), dedicata alla figura del neo-presidente degli Usa, Donald Trump. Il piccolo impasse avviene quando l’esperto di public speaching, Alberto Castelvecchi, osserva: “Trump è la quintessenza di un modo di essere americani. Non possiamo capire Trump se prima non comprendiamo l’America. Vi leggo questa cosa: ‘Noi abbiamo un compito davanti. Che questa nazione guidata da Dio abbia una rinascita di libertà, e che l’idea di un governo del popolo, fatto dal popolo, per il popolo non scompaia dalla terra’”. De Masi, autore del rapporto “Lavoro 2015” a lui commissionato dal M5S, insorge: “E’ un pazzo, praticamente! Sono le parole di un pazzo! Rileggile di nuovo”. “Ti dico chi è”, replica Castelvecchi. De Masi, capendo di essere caduto in errore, corregge il tiro: “Detto oggi, è un pazzo”. Il brano letto da Castelvecchi, infatti, è un estratto del discorso pronunciato da Abramo Lincoln a Gettysburg nel 1863. “Questa è la definizione di democrazia” – precisa il linguista – “che da 152 anni si continua a studiare ed è stata anche riaffermata da Barack Obama nei suoi discorsi”. “Certo, certo, sì. Lo sappiamo” – ribadisce De Masi – “Oggi quella definizione è di un pazzo”. “Nessuno di voi si è scandalizzato quando Obama ha detto queste parole” – replica Castelvecchi – “Come mai vi scandalizzate adesso? Tutti i presidenti americani, repubblicani e democratici, parlano di ‘vittoria del popolo'”. “Le parole di Lincoln vanno contestualizzate” – obietta De Masi – “perché cambiano nel contesto. Ci vorrebbe un’ora di seria analisi”
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