L’hanno ritrovata il giorno del suo 31esimo compleanno. Ed era dove aveva detto fin dall’inizio il fratello: dietro una nicchia in cucina. I destini opposti di Linda e Fabio Salzetta, lei travolta dalle macerie dell’hotel, lui salvo per caso perché uscito dalla struttura un minuto prima che la slavina si abbattesse distruggendo tutto, spiegano forse meglio di tante parole la tragedia di Rigopiano: bambini senza più genitori, fidanzati separati per sempre mentre si tenevano per mano, famiglie spezzate.
Linda l’hanno trovata ieri nel pomeriggio, quando finalmente i vigili del fuoco sono riusciti a penetrare nel cuore dell’hotel, la zona delle cucine e del bar. Speravano che in quella zona vi fossero degli ambienti ancora intatti, dove magari qualcuno avrebbe potuto sopravvivere: ma quando sono entrati hanno capito subito che non era così. La ragazza è stata la prima, tra le vittime che si trovano là dentro, ad essere tirata fuori. Mercoledì 19 gennaio era al lavoro, al suo posto nel centro benessere dove faceva l’estetista, nonostante fosse il suo compleanno. Appena è riuscito ad uscire dal locale caldaia che gli ha salvato la vita, subito dopo la valanga, Fabio ha iniziato ad urlare il suo nome a squarciagola. “L’ho chiamata decine di volte, ho chiamato tutti gli altri, ma nessuno rispondeva“.
“Per guadagnarsi un pezzo di pane guarda che fine che ha fatto” dice oggi Carolina, una parente, al termine del funerale di un’altra vittima di Farindola – il paese dei due ragazzi a dieci chilometri dall’hotel –Alessandro Giancaterino. “È un dolore terribile – dicono alcuni parenti davanti all’ospedale di Pescara – ancora non ci crediamo. Abbiamo chiesto di vederla ma qui non ci dicono niente”. Linda si sarebbe sposata il 5 maggio. Lo ha ricordato Carolina e lo aveva detto Fabio ai cronisti qualche giorno fa, quando ancora c’erano speranze. “Linda deve farcela, si sposerà presto“. Fin dal primo momento questo ragazzo silenzioso e gentile è stato fondamentale per i soccorritori. “Abbiamo avuto la fortuna di avere lì con noi Fabio – hanno raccontato i ragazzi della squadra dei vigili del fuoco che hanno salvato i tre bimbi bloccati nella sala biliardo – è stata una persona eccezionale perché ci ha aiutato a ricostruire come era fatto l’albergo”. E sempre Fabio, inoltre, “ci ha spiegato che “c’era una piccola struttura poco a monte dell’albergo: da lì si accedeva ad una stanza tecnica dove c’erano le pompe dell’acqua e da lì ad un’altra stanzetta che dava su un’intercapedine al di là della quale ci sarebbe dovuta essere la sala biliardo”. A chi gli faceva notare la sua importanza, Fabio però alzava le spalle. “Lavoro all’hotel da un anno e mezzo, so dove si trovano tutti i locali e posso aiutare chi sta cercando le persone a localizzare i luoghi. Tutto qua”. In questi giorni il ragazzo è salito decine di volte all’albergo maledetto, senza mai alzare la voce. Ai vigili del fuoco, mentre spiegava come entrare nell’albergo, mostrava la foto della sorella, ripetendo sempre la stessa cosa: “cercatela dietro la nicchia della cucina, l’ho vista lì l’ultima volta”. E lì i pompieri l’hanno trovata.