2) Perché la mail inviata dall’amministratore dell’hotel alle 7 del mattino della sciagura, a Prefettura e Provincia di Pescara, Polizia provinciale e sindaco di Farindola, per chiedere un intervento – dato che la situazione era preoccupante, i clienti erano “terrorizzati” per le scosse, ma non potevano andare via perché le strade erano bloccate – è rimasta lettera morta?

3) Perché la Provincia di Pescara annunciava nel suo sito in pompa magna, già il 4 gennaio: “Piano Neve, tutto pronto”, quando non era pronto affatto e la ricerca della turbina spazzaneve è cominciata solo quella mattina; poi la turbina era rotta e allora se n’è cercata un’altra, ma era nell’aquilano e quando finalmente è stata messa in moto è rimasta senza gasolio e si è dovuto rifornirla con le taniche trasportate a piedi? E prima dello spazzaneve è arrivata la valanga.

4) Perché l’allarme lanciato dopo, tra le 17.45 e le 18, dal ristoratore Quintino Marcella a tutte le autorità, non solo non è stato creduto, ma pure ridicolizzato e una donna della sala operativa della Protezione Civile della Prefettura di Pescara (è stata identificata?) gli ha risposto: “E’ una bufala. Abbiamo verificato ed è tutto a posto. Sarà uno scherzo fatto col telefonino del cuoco”? E qualcuno l’ha pure minacciato di denuncia per procurato allarme.

5) Perché i soccorsi sono scattati solo 2 ore dopo quelle telefonate, alle 20? E sono riusciti ad arrivare all’hotel solo alle 4.40 del mattino dopo, 11 ore dopo la valanga.

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Rigopiano, le domande da non fare (per non passare da sciacalli)

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