Dai tabulati telefonici e dalle prime testimonianze rese in queste ore agli inquirenti si evince che Giampiero Parete, uno dei due sopravvissuti non coinvolti nella slavina, riesce a parlare la prima volta con il 118 alle 17.08
Per la procura di Pescara si sarebbe persa circa un’ora e mezza prima di attivare i soccorsi per l’hotel Rigopiano anche per una “serie di incomprensioni” ed errate comunicazioni. Ma il tempo intercorso tra il primo allarme e l’allerta per l’albergo, seppellito da una valanga potrebbe essere ancora più ampio. Dai tabulati telefonici e dalle prime testimonianze rese in queste ore agli inquirenti – la Squadra Mobile di Pescara ha ascoltato oggi come testimone la funzionaria della Prefettura Ida De Cesaris e ieri Daniela Acquaviva, la dirigente che aveva risposto alla prima telefonata di Quintino Marcella amico e datore di lavoro di Parete – si evince che Giampiero Parete, uno dei due sopravvissuti non coinvolti nella slavina, riesce a parlare la prima volta con il 118 alle 17.08. La sua telefonata viene agganciata al centralino di Chieti che gira la chiamata ai colleghi di Pescara. Parte una segnalazione alla Prefettura.
Iniziano le verifiche, la Prefettura cerca di ricontattare il cuoco ma non ci riesce, e a quel punto chiama il fisso dell’albergo dove nessuno naturalmente risponde. Si cerca di allertare l’elicottero della Guardia Costiera, quello che poco prima era andato a effettuare un soccorso a Villa Celiera. Ma il maltempo imperversa e il mezzo non può rialzarsi. Sono le 17.40, quando la funzionaria della Prefettura, riesce a contattare il direttore dell’albergo Bruno Di Tommaso – che è a Pescara – che “depista” inconsapevolmente la sala operativa della Prefettura spiegando di aver “chattato mo’ con l’albergo”, e che non gli risultava nulla di grave. Solo che quel mo’ (ovvero oras) risale almeno a un ora prima ed è questo secondo gli inquirenti che ingenera il primo grave equivoco della vicenda. Sono circa le 16.47, come da aggancio whatsapp del telefono del padrone dell’albergo. La sala operativa si convince che si tratta di un falso allarme e la tragedia del Rigopiano viene bollata come “bufala, storie imbecilli”.
Alle 18.03 Parete riesce a mettersi in contatto con Marcella il quale chiama prima il 112 poi il 113, alle 18.08. Ennesima segnalazione in sala operativa, che bolla la cosa come falso allarme per la seconda volta. È per questo che quando il datore di lavoro di Parete alle 18.20 richiama gli viene risposto che è già stato tutto verificato. Si dovrà attendere quindi la chiamata di Parete delle 19.01 perché si capisca che qualcosa di serio è accaduto a Rigopiano, tra le 16.30 e le 16.48.