Sara Gianesini, 36 anni di Chiampo (Vicenza), lavorava nel settore commerciale. Dopo sei anni, però, decide di fare una pausa. Si interessa alla cooperazione internazionale e decide di fare due esperienze in Guinea Bissau e Brasile. E ora se ne andrà per sei mesi con l'og Cuamm, che cercava personale amministrativo. "Senza il cuore non si va da nessuna parte"
Un volo per il Sud Sudan. Non è il primo che Sara Gianesini prende per affrontare un’esperienza lavorativa e personale in una zona difficile del mondo. Nel suo personale mappamondo ci sono già due anni in Guinea-Bissau e tre mesi in Brasile. Nella sua vita precedente, però, Sara si occupava di tutt’altro. Nata a Chiampo, in provincia di Vicenza, 36 anni fa, all’università ha studiato comunicazione e relazioni pubbliche e dopo la laurea ha avviato un naturale percorso lavorativo nel settore commerciale: “Prima ho iniziato nel back office della mia azienda, poi sono passata al rapporto diretto con i clienti e all’organizzazione di fiere”, racconta.
Dopo sei anni, però, lascia il suo lavoro e si mette alla ricerca di nuove opportunità: “A quel tempo non sapevo ancora cosa avrei fatto in futuro, volevo solo prendere una pausa”, sottolinea. Ma visto che vivere è soprattutto provare, decide di fare un viaggio in Guinea-Bissau da volontaria: “Sono stata lì per due mesi e mi si è aperto un mondo – racconta -, così ho iniziato a prendere informazioni sulla cooperazione internazionale e mi sono messa in gioco in questo settore”.
Una volta rientrata in Italia, Sara comincia a seguire vari corsi sull’argomento: “Sapevo di partire svantaggiata, perché non era un materia che avevo studiato all’università”, ricorda. Così, per accumulare esperienza, parte per tre mesi in Brasile, sempre da volontaria. A quel punto il suo background è diventato più solido e Sara decide di mandare il suo curriculum alla Engim, una ong di Torino che accetta subito la sua candidatura: “Li ringrazierò sempre per avermi dato l’opportunità di gestire due progetti in Guinea-Bissau anche se non avevo grande esperienza nel settore”, sottolinea.
Il soggiorno dura un anno e mezzo e per la prima volta Sara non è più una volontaria, ma la responsabile amministrativa dei progetti. E in quei lunghi mesi consolida la volontà di lavorare nella cooperazione internazionale: “Dopo essermi approcciata a un piccolo paese africano come la Guinea Bissau qualcosa mi si è mosso dentro – ammette -, così mi sono detta: perché non mettere le mie capacità e la mia voglia di imparare a servizio delle zone più povere del mondo?”. Già, perché il suo non è un lavoro in cui si può improvvisare: “Ci sono sempre molte difficoltà nel portare avanti i progetti. Vanno gestiti con attenzione, altrimenti rischiano di andare in fumo”.
Per i prossimi sei mesi Sara ha deciso di fare un’esperienza in Sud Sudan con l’ong Cuamm: “Mi sono avvicinata a loro l’estate scorsa e, pur essendo un’organizzazione prevalentemente sanitaria, serviva qualcuno che ricoprisse un ruolo amministrativo per questa missione”. Dopo averci riflettuto, Sara ha accettato la proposta: “Volevo ampliare le mie conoscenze lavorando in una situazione di emergenza”, ammette. Il Sud Sudan, infatti, non è un territorio facile: “È un Paese pericoloso, pieno di armi – spiega –, in cui sono ancora in corso disordini etnici che seguono una lunga guerra”.
A questo si aggiunge la difficoltà di stare sempre fermi nello stesso posto. Già, perché per i prossimi sei mesi lei e il resto del team vivranno in uno spazio molto limitato, che comprende solo l’ospedale e un compound: “Non sarà facile, certo, ma in situazioni di questo tipo si crea un grande spirito di gruppo”, sottolinea. E in questi anni Sara ha scoperto di poter contare anche su un altro prezioso alleato: “Facendo queste esperienze ho capito di avere un grande spirito di adattamento, fondamentale per chi lavora nella cooperazione”, spiega. Un solo dubbio rimane: una nuova vita così si sceglie con il cuore o con la testa?: “Ovviamente è importante pensarci ed essere convinti, ma senza il cuore non si va da nessuna parte”.