Il gip scrive nell'ordinanza che i giovani adescati in Rete vivevano in una situazione "di disagio sociale, economico ed esistenziale" e si vendevano per poche decine di euro, smartphone e occhiali da sole
Approfittavano della loro situazione “di disagio sociale, economico ed esistenziale”. E con poche decine di euro, smartphone, vestiti e occhiali da sole compravano sesso da ragazzini minorenni adescati in rete. I carabinieri di Milano hanno scoperto un giro di prostituzione minorile e mercoledì mattina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di italiani tra i 30 e i 60 anni residenti tra Milano e Pavia, accusati di prostituzione minorile perché andavano con ragazzi che all’epoca dei fatti avevano tra i 12 e i 17 anni. L’inchiesta è stata coordinata dal pm Andrea Fraioli, le misure cautelari sono state disposte dal gip Livio Cristofano.
Padri di famiglia, imprenditori, operai, liberi professionisti e commercianti: tra i nove arrestati e i quattro indagati ci sono incensurati e insospettabili. Per due persone il gip ha disposto il carcere e per altre sette gli arresti domiciliari, ma uno di questi è finito comunque in carcere perché durante le perquisizioni gli è stata trovata della droga. Due degli arrestati, tra l’altro, sono recidivi. I militari della sezione indagini telematiche del nucleo investigativo del comando provinciale di Milano hanno ricostruito la rete di rapporti a pagamento che era alimentata da annunci su Internet caricati dagli stessi minorenni. La prestazione era concordata su siti di incontri, i clienti erano consapevoli dell’età dei ragazzi.
Tutti, come scrive il gip Cristofano nell’odinanza, “versavano in una situazione di disagio sociale, economico ed esistenziale” e “per poche decine di euro”, tra i 50 e i 100 euro a prestazione ma anche in cambio di occhiali, vestiti di marca o smartphone, “accettavano di prostituirsi con uomini di età matura”. Stando a quanto emerge dagli atti, i ragazzini coinvolti nel giro erano quattro (uno di loro, però, non figura nelle imputazioni della misura cautelare), tra cui due sudamericani e un italiano e con età compresa tra i 12 e i 17 anni all’epoca dei fatti contestati. Sono nati tra il 2002 e il ’97 e, dunque, alcuni di loro ora sono maggiorenni. Vivono tutti nell’hinterland di Milano. Riuscivano a mettersi in contatto con gli adulti tramite un passaparola tra loro ma anche frequentando, in particolare, due siti di incontri, uno dei quali è PlanetRomeo.
Le indagini sono iniziate circa un anno fa dopo un controllo dei carabinieri della stazione di Lainate a un uomo sorpreso in auto con un 12enne. E’ così apparso un mondo sommerso con sfruttatori (i quattro indagati) che gestivano l’attività di minorenni (per lo più di 16 e 17 anni) che si comportavano da professionisti del settore e si prestavano “per elevare le proprie condizioni economiche e di vita, altre volte solo per gioco, tanto per testare il proprio ‘appeal’ sugli adulti”, come hanno spiegato gli investigatori.