Il settimanale ciellino Tempi finisce nelle mani di due immobiliaristi. Si tratta di Davide Bizzi e Valter Mainetti, che hanno acquistato, in quote uguali, l’80% dell’editrice ETD digital. Bizzi, proprietario delle ex acciaierie Falck di Sesto San Giovanni (Mi), è una new entry nel mercato editoriale. Mainetti, invece, ha già esordito da tempo nel settore: nel 2012 finanziò la nascita del sito il Ghirlandaio con un focus sul mattone. Ma il grande salto c’è stato nel 2016 quando l’imprenditore, proprietario del gruppo immobiliare Sorgente, ha comprato il quotidiano Il Foglio dall’ex banchiere Matteo Arpe. Al giornale poi, in tempi più recenti si è aggiunta anche una partecipazione ( il 30%) della Gazzetta del Mezzogiorno.
Con questa nuova operazione Mainetti allarga ulteriormente il perimetro d’azione del suo polo editoriale gestito attraverso la Musa comunicazione. E, negli ambienti romani, c’è chi è pronto a scommettere che le sue ambizioni non si limitino a Tempi e alla ETD digital che avrà fra i suoi azionisti (20%) anche l’amministratore delegato, Samuele Sanvito, attraverso la VOX communication. Non a caso, tempo fa, il nome di Mainetti circolò anche come potenziale acquirente di Dagospia, il sito fondato e diretto da Roberto D’Agostino con una spiccata attenzione per salotti romani. Un mondo che Mainetti conosce molto bene anche per via della sua Fondazione Sorgente group che ha lo scopo di divulgare l’arte. E vanta fra i suoi consulenti Michela di Biase, consigliere Pd a Roma e moglie del ministro della cultura, Dario Franceschini. Nella capitale, nessuno dubita del fatto che il professore, come ama farsi chiamare Mainetti, sia uno di quelli del giro che conta. A Milano invece lo ricordano di più per il fallimento della quotazione della società immobiliare Sorgente Res, il cui portafoglio di immobili e le cui promesse di rendimenti non sono riuscite a convincere gli investitori istituzionali.
Non resta che chiedersi quale sarà il destino che toccherà a Tempi in rilancio nel pieno della crisi dell’editoria? Di certo la linea editoriale sarà ben diversa da quella del Foglio visto che per il rilancio del giornale Mainetti e Bizzi hanno scelto di puntare sul direttore Alessandro Giuli. E cioè su un giornalista cresciuto nella scuderia di Giuliano Ferrara, ma licenziato dal Foglio nel 2016 perché non in linea con la visione renziana del direttore Claudio Cerasa. All’epoca del licenziamento, la vicenda aveva fatto scalpore per le modalità brusche con cui Giuli era stato messo alla porta. E forse anche per questo oggi con Tempi, Mainetti e Bizzi tentano di recuperare dando un nuova opportunità a Giuli che esordirà con il suo giornale il prossimo 2 febbraio. Il direttore 41enne succederà al fondatore Luigi Amicone, che creò il settimanale nel 1995 affidando l’editoriale del primo numero a Giuliano Ferrara. Ma forse quelli erano altri Tempi.