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Genova, tre consiglieri comunali lasciano il M5s e formano nuovo gruppo: “Il Movimento è cambiato”

L'ex candidato sindaco Paolo Putti, Mauro Muscarà ed Emanuela Burlando lasciano il gruppo pentastellato e creano Effetto Genova, che ricalca il nome scelto dai transfughi di Parma. "Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero senza dover chiedere il consenso ad un esperto di comunicazione", dicono, riferendosi al post pubblicato da Grillo sul blog con cui si chiedeva agli eletti di concordare ogni uscita pubblica con i capi della comunicazione

Lamentano un “cambiamento” nel Movimento. Una trasformazione che sarebbe diventata netta dopo l’ordine di Beppe Grillo agli eletti: concordare ogni uscita pubblica con i capi della comunicazione del M5s Per tutte queste ragioni hanno deciso di lasciare i 5 Stelle, costituendo un nuovo gruppo in consiglio comunale. Succede a Genova, la città del leader pentastellato, dove il Movimento ha perso in colpo solo tre consiglieri comunali: Paolo Putti, Mauro Muscarà ed Emanuela Burlando. Una defezione pesante per almeno due motivi. Intanto perché Putti era il candidato sindaco dei grillini nel capoluogo ligure nel 2012: dopo aver conquistato il 13% dei voti al primo turno, era quindi diventato capogruppo del M5s in consiglio comunale. Il triplo abbandono però è rilevante soprattutto perché adesso il gruppo del M5s in consiglio è più che dimezzato: a sostenere il vessillo grillino in municipio rimangono adesso soltanto in due, Andrea Boccaccio e Stefano De Pietro.

“Ringraziamo Paolo, Emanuela e Mauro per il tanto proficuo lavoro svolto assieme, agli attivisti e a tutti i cittadini in questi quattro anni e mezzo d’incarico. Per i mesi restanti alla fine del ciclo amministrativo, rinnoviamo il nostro impegno a perseguire il programma M5S in ogni sede istituzionale e sostenere l’appassionante campagna elettorale che c’aspetta sulle strade del nostro Comune”, scrivono i due consiglieri rimasti nel M5s dopo l’abbandono dei tre colleghi. Putti, Muscarà e Burlando, dal canto loro, utilizzano un tono totalmente diverso per giustificare il loro addio al Movimento.

“Non siamo cambiati noi, abbiamo ancora quei sogni, quelle speranze e quella voglia che qualcuno li porti avanti nelle istituzioni, è il movimento ad essere cambiato. Si può dire che non siamo noi ad uscire dal Movimento, ma è il Movimento che è uscito dal tracciato di quel volo che avevamo iniziato e che quindi ci costringe a prenderne le distanze. Formeremo un altro gruppo, temporaneamente, che si chiamerà Effetto Genova, per salvaguardare i diritti e il benessere dei genovesi tutti e per rivendicare il buon lavoro fatto sul territorio, giorno per giorno (alcuni nostri compagni, diversamente, hanno preferito altre vie), scegliendo anche posizioni scomode, ma sempre coerenti con il programma del Movimento, scritto insieme ai nostri compagni di viaggio e sposato a tutto tondo, senza sconti o senza assecondare le platee per cercare con opportunismo il consenso”, dicono i tre spiegando le ragioni dell’abbandono. Il nome del nuovo gruppo – Effetto Genova – ricalca quello scelto dai transfughi di Parma che hanno seguito Federico Pizzarotti abbandonando il Movimento.

“Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (art 21 della Costituzione) senza dover chiedere il consenso ad un esperto di comunicazione o ad un capo politico“, continuano Burlando, Muscarà e Putti in calce al comunicato diffuso questo nel pomeriggio.  Il riferimento diretto è al post pubblicato da Grillo sul blog il 24 gennaio. “Tutte le uscite comunicative dei portavoce – aveva scritto il leader del M5s – (partecipazioni a eventi, interviste alla tv, interviste ai giornali, post sui social network riguardanti l’azione politica del MoVimento 5 Stelle e simili) devono essere concordate assieme a loro. Altrimenti si rischia di cadere nelle trappole giornalistiche o di danneggiare l’immagine del MoVimento 5 Stelle con uscite goffe e maldestre”.

“Abbiamo provato a chiedere di riprendere il volo che avevamo iniziato, ma nulla ci è stato risposto, se non un vago e perentorio: il movimento è cambiato , se non ve la sentite ci sono tante altre cose da fare nella vita. Abbiamo creduto nelle competenze e nel merito come criteri guida per individuare le persone giuste per ogni ruolo anziché le raccomandazioni o le convenienze. Avremmo potuto accettare in silenzio, ma eravamo e rimaniamo convinti che la critica costruttiva sia l’unica possibilità di crescita possibile”, scrivono sempre i tre consiglieri ormai ex M5s. Tra i primi a commentare il loro addio ai 5 Stelle, il sindaco di Genova Marco Doria: “C’è una parte di persone che hanno creduto in un movimento e che ora prendono le distanze da certe posizioni di Grillo e dei vertici del movimento, dice il primo cittadino. E a chi gli faceva notare che questo è un sviluppo che potrebbe fare comodo al centrosinistra Doria ha replicato : “Da persona di sinistra, il mio schieramento deve dare delle risposte: uno non è che deve vivere su difficoltà degli altri anche se altri hanno vissuto sulle nostre difficoltà”.