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Alitalia, sciopero il 23 febbraio. Sindacati: “Totale assenza di piano industriale e violazione degli accordi contrattuali”

La procedura di mediazione presso il ministero del Lavoro è fallita, secondo le rappresentanze dei lavoratori, per "l’ostinazione dell’azienda a perseguire una condotta di chiusura". Il ministro dei Trasporti Delrio continua a chiedere alla compagnia di presentare un piano di rilancio

I sindacati dei lavoratori Alitalia hanno deciso: giovedì 23 febbraio i dipendenti dell’azienda sciopereranno per quattro ore, dalle 14 alle 18. La nota unitaria di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta motiva la decisione con “l’ostinazione dell’azienda a perseguire una condotta di chiusura“. In particolare “di fronte alla totale assenza di un piano industriale, alle scelte unilaterali di disdetta del Contratto Nazionale del Trasporto Aereo che violano gli accordi interconfederali vigenti e cancellano automatismi di adeguamento retributivo ed alle ripetute violazioni dei numerosi accordi integrativi al Ccnl lo sciopero si conferma in questa fase l’unico strumento democratico per la tutela dei diritti dei lavoratori”. Per il 23 febbraio sono già in programma due scioperi di 24 ore del personale Alitalia, uno proclamato dal Cub trasporti e l’altro (solo del personale navigante) da Anpac, Anpav e Usb.

Giovedì la seconda fase della “procedura di raffreddamento” della vertenza aperta l’11 gennaio si è conclusa con un nulla di fatto: nella sede del ministero del Lavoro le parti “si sono ampiamente confrontate” sulle motivazioni per cui i sindacati intendono proclamare lo sciopero (piano industriale, disdetta del contratto, violazione del contratto e degli accordi) ma “all’esito dell’incontro il Ministero, sentite le parti, ha registrato l’impossibilità di pervenire ad una soluzione conciliativa e le invita a ridurre al minimo i disagi per l’utenza”. Nelle scorse settimane la compagnia, che ha chiuso anche il 2016 con forti perdite e non ha ancora presentato il nuovo piano con il dettaglio degli esuberi previsti, ha deciso di congelare fino al 28 febbraio gli incrementi retributivi legati all’anzianità.

Intanto il numero uno di Ryanair è tornato in pressing su Alitalia. O’Leary, che il 13 dicembre scorso ha incontrato a Roma l’ad Cramer Ball offrendogli una collaborazione per il ‘feederaggio’, è tornato a ribadire la propria disponibilità a patto però che l’aviolinea italiana abbandoni la partnership con Air France: “Nella situazione in cui si trova è difficile che possa cooperare con noi, prima deve liberarsi dai vincoli con Air France”. Alitalia nel frattempo, sollecitata ancora una volta dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio per un piano industriale “di rilancio“, sta studiando due diversi modelli di business, uno per il lungo raggio ed uno sul breve e medio. Per quest’ultimo, in particolare, sono circolate due ipotesi, oltre alla creazione di un proprio ramo low cost, anche la possibile cessione di questa attività a Ryanair o Easyjet.