L’ex sindaco di Adro e attuale vicesindaco, Oscar Lancini, leghista, conosciuto alle cronache per aver tappezzato con il ‘sole delle Alpi‘ simbolo del Carroccio la scuola del paese bresciano, è stato condannato dal tribunale di Brescia a tre anni. Insieme a lui, l’intera giunta era finita sotto inchiesta: 21 gli imputati e dodici le assoluzioni. Le accuse a vario titolo formulate erano quelle di truffa e turbata libertà degli incanti. Tra i condannati di oggi anche l’attuale sindaco di Adro Paolo Rosa (un anno) e gli assessori Lorenzo Antonelli (1 anno e sei mesi) e Giovanna Frusca (2 anni).
L’inchiesta è quella che nel 2013 lo aveva portato agli arresti domiciliari. La contestazione rivolta all’ex primo cittadino era di aver manipolato gli appalti per la realizzazione dell’area feste a Adro. Lavori per un valore di 642mila euro, affidati ad alcune ditte “in violazione delle norme che regolamentano i lavori pubblici – scriveva il pm Silvia Bonardi nella richiesta di rinvio a giudizio – senza ricorso ad una procedura negoziata” tramite una onlus, l’associazione Smeraldo, “direttamente riconducibile all’amministrazione comunale”.
Nel 2010, Lancini divenne noto alle cronache quando fece tappezzare la scuola elementare del paese con oltre 700 simboli del ‘sole delle alpi’ e questo gesto innescò molte polemiche. La Camera del Lavoro, Flc e Cgil presentarono un ricorso al tribunale di Brescia che fu accolto dal giudice Gianluca Alessio. Il magistrato, valutando il presunto carattere discriminatorio dei simboli affissi dall’amministrazione comunale su banchi, zerbini e vetrate dell’istituto, sentenziò che si esponesse la bandiera italiana. Questo, scriveva il giudice, appellandosi “alla necessita’ di evitare che i lavoratori della scuola pubblica siano obbligati ad operare all’interno di un ambiente politicamente connotato (i simboli sarebbero riconducibili alla Lega Nord) in contrasto con la natura laica e non ideologica del soggetto con il quale i lavoratori stessi hanno stipulato il loro contratto di lavoro”. In quell’occasione, ilfattoquotidiano.it lanciò una raccolta firme per chiedere la “cancellazione di quei simboli tracciati con intenti secessionisti” e “in evidente spregio al principio costituzionale della Repubblica una e indivisibile“. La petizione raccolse centinaia di migliaia di firme.
Oltre alla vicenda dei simboli, Lancini divenne noto anche per aver ‘negato la mensa’ ai bambini dell’istituto comprensivo Gianfranco Miglio, i cui genitori non erano in regola per il pagamento. Fu solo l’intervento di un benefattore che si fece carico dei quasi diecimila euro di debito a risolvere la situazione.