Basta raggiungere le 585.407 firme per andare al voto il 5 marzo 2019. Oggetto: secessione della California dagli Stati Uniti. L’ondata della Brexit arriva anche oltreoceano dove l’hashtag #Calexit annuncia un (potenziale) effetto analogo per lo Stato dove i democratici hanno stravinto alle scorse elezioni presidenziali. Lì Hillary Clinton ha battuto Donald Trump per 61,5% a 31,5%, ovvero quasi 4,3 milioni di preferenze in più. Numeri che hanno alimentato il desiderio di indipendenza della California, dove quello per la Calexit da raggruppamento folcloristico da prendere poco sul serio si è trasformato in un movimento politico che potrebbe assestare un duro colpo alla Casa Bianca.
Aftet #calexit #California will be the number one technological nation in the world & unfettered by US will achieve new heights! pic.twitter.com/NIlMDlWJwJ
— #CalExit NaphiSoc (@NaphiSoc) January 18, 2017
Il primo passo formale c’è stato a novembre, quando è stata sottoposta la proposta di un referendum all’ufficio del segretario alla Giustizia californiano. Giovedì 26 gennaio l’ufficio del segretario di Stato ha reso noto che i secessionisti possono cominciare a raccogliere le 585.407 firme valide necessarie (entro il 25 luglio) per sottoporre agli elettori californiani, nel novembre 2018, un quesito referendario per emendare la Costituzione e cancellare il riferimento alla California come “parte inseparabile degli Stati Uniti d’America”, dove “la Costituzione degli Stati Uniti è la legge suprema”. Se il referendum dovesse essere approvato, sarebbe indetta un’elezione speciale nel marzo 2019 per chiedere ai californiani di scegliere tra l’indipendenza e l’appartenenza agli Stati Uniti.
A third of Californians support #Calexit, Trump is coming after our undocumented immigrants & sanctuary cities. Come on Sacramento! Join us!
— Yes California (@YesCalifornia) January 27, 2017