I contribuenti che non hanno già inviato a fine 2016 la dichiarazione di non possesso della tv, anticipando i tempi per evitare complicazioni, si vedranno trattenere le prime rate del canone 2017 dalla compagnia elettrica. E saranno costretti a richiedere il rimborso presentando un'ulteriore domanda
La pazienza è la virtù dei forti, ma qualcuno pensa che agli italiani ne sia stata distribuita più che agli altri. L’oggetto del contendere è sempre lo stesso: il canone Rai pagato in bolletta. Si deve, infatti, tornare a parlare del caos del balzello che ha fatto il suo debutto nel luglio 2016 tra bollette pazze, addebiti doppi se il contribuente è intestatario di più di un’utenza e un susseguirsi di circolari dell’Agenzia delle Entrate per fare luce sulle svariate casistiche di esenzione. Con una nota dolente comune a migliaia di consumatori: chi non doveva pagare il canone, avendo presentato la dichiarazione sostitutiva, se l’è comunque ritrovato in bolletta ed è stato costretto a richiedere il rimborso presentando una domanda di non facile compilazione.
Tutti brutti ricordi che hanno caratterizzato una fase di sperimentazione? Niente affatto. Anche se per il 2017 il canone è meno caro, passando da 100 euro a 90 euro (è suddiviso in 10 rate mensili da gennaio ad ottobre), entro martedì 31 gennaio ci sono due importanti scadenze che promettono di innescare una nuova bufera: è sia il termine ultimo per pagare il canone con modello F24 se non si è intestatari di un’utenza della luce ma si possiede la tv sia per dichiarare che nessun componente della famiglia anagrafica ha una tv in casa.
“Peccato però che ai contribuenti che chiederanno l’esonero del canone Rai entro fine mese verrà quasi certamente addebitata dalla compagnia elettrica la rata di gennaio e febbraio, pari a 9 euro al mese, e dovranno così presentare la richiesta di rimborso”, denuncia Mauro Antonelli dell’Unione nazionale consumatori. Che aggiunge: “È un paradosso perché del possibile caos sono tutti al corrente”. Per legge, infatti, il periodo di presentazione della dichiarazione di esonero dell’intero canone 2017 è stato fissato dal primo luglio 2016 al 31 gennaio 2017, non tenendo conto della trafila che va dal momento della presentazione alla comunicazione al gestore di fornitura elettrica. Tant’è che è stata la stessa Agenzia delle Entrate, in una circolare dello scorso 5 dicembre, a consigliare palesemente ai contribuenti di presentare la dichiarazione sostitutiva in via telematica entro di dicembre 2016 (su una piattaforma ad hoc dell’Agenzia delle Entrate, ma per farlo occorre essere registrati e avere il Pin) o entro il 20 dicembre tramite servizio postale in plico raccomandato senza busta (si piegando tutti i fogli a soffietto in tre parti, in modo da simulare la forma di una busta e lasciando il testo stampato all’interno e la parte bianca all’esterno, su cui scrivere il mittente e il destinatario).
Così solo chi ha seguito il consiglio del Fisco si è messo al riparo dal pericolo di un addebito non dovuto e dalla relativa richiesta di rimborso. Che, meglio ricordarlo, va presentata compilando un apposito modulo (qui si può scaricare) e poi, dopo un tempo tecnico per effettuare i dovuti controlli, sarà cura delle Entrate comunicare alle imprese elettriche l’eventuale accredito da effettuare a titolo di rimborso.
Il solito avvitamento delle procedure burocratiche che scaturisce dal fatto che l’autocertificazione si deve presentare ogni anno e non si può più disdire l’abbonamento alla Rai come si faceva in passato chiedendo il suggellamento dell’apparecchio. Il meccanismo ora è, infatti, inverso: si paga sempre per il solo fatto di avere l’elettricità in casa a meno che, ogni anno, non si dichiari di essere esentati. E le false dichiarazioni, è scritto chiaramente nel modulo dell’Agenzia delle Entrate, sono punite ai sensi del codice penale. Una strategia anti evasori che ha comunque dato i suoi frutti: nel 2016 la Rai – ha sancito il bollettino delle Entrate tributarie – è riuscita ad incassare 2,05 miliardi di euro, in linea con le previsione.
Per non farsi trovare impreparati quando arriverà la bolletta della luce con l’accredito delle rate del canone, nonostante la richiesta di esonero, meglio allora sapere che si ha una doppia possibilità: si può effettuare il pagamento parziale della fattura, saldando la sola quota energia, secondo le modalità definite da ciascuna impresa elettrica, indicando nella causale di versamento l’imputazione del pagamento. Altrimenti si paga integralmente l’importo della bolletta e poi si presenta domanda di rimborso.
Inoltre, chi salta la scadenza di gennaio potrà comunque inviare la dichiarazione fino al 30 giugno: in questo caso, però, dovrà pagare i primi sei mesi ma potrà essere esonerato nel secondo semestre. Mentre chi presenta la dichiarazione dal primo luglio in poi potrà essere esonerato dal canone solo per il 2018.
Capitolo a parte per il pagamento del canone Rai con il modello F24 entro il 31 gennaio. A doverlo pagare attraverso questa modalità sono coloro che possiedono la tv ma non hanno le utenze intestate. Si tratta ad esempio degli inquilini in affitto, dei figli che vivono in un alloggio con le utenze intestate ai genitori, del portiere che utilizza l’alloggio condominiale o delle case multifamiliari. Quest’obbligo riguarda anche anche per chi vive nelle isole non allacciate alla rete elettrica nazionale (Ustica, Tremiti, Levanzo, Favignana, Lipari, Lampedusa, Linosa, Marettimo, Ponza, Giglio, Capri, Pantelleria, Stromboli, Panarea, Vulcano, Salina, Alicudi, Filucudi, Capraia, Ventotene). L’importo dovuto può essere versato in un’unica soluzione entro fine mese, oppure a rate. Si possono scegliere due rate semestrali di 45,94 euro ciascuna, da versare entro il 31 gennaio e il 31 luglio, oppure quattro rate trimestrali di 23,93 euro ciascuna, da versare entro il 31 gennaio, il 30 aprile, il 31 luglio e il 31 ottobre.