Per il Tribunale è necessario, tramite l'amministratore giudiziario, controllare l'audit interno e l’ufficio acquisti e fornitori del gruppo, togliendo anche una serie di poteri al cda
I giudici dicono no al commissariamento totale di Fiera Milano, ma impongono un ampliamento significativo dei poteri dell’amministratore giudiziario, alle aree di compliance, internal audit e di procedure di approvvigionamento per tutti i settori di business del gruppo oltre che per il ramo allestimento stand per il quale era stato originariamente nominato. La decisione è stata presa dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano, dopo che la Dda milanese a fine dicembre aveva chiesto che venisse commissariato tutto il gruppo e non solo la sua controllata Nolostand, già in amministrazione giudiziaria dalla scorsa estate. Una richiesta che era arrivata a seguito degli sviluppi dell’inchiesta che aveva portato lo scorso luglio a undici arresti, tra cui quelli di Giuseppe Nastasi e Liborio Pace, legati alle famiglie mafiose di Pietraperzia e Partanna, e che con il consorzio Dominus avevano ottenuto 18 milioni di euro di lavori in subappalto in Fiera, attraverso Nolostand, anche per alcuni padiglioni dell’Expo. Un’indagine che, tra l’altro, ha poi svelato anche un presunto sistema di tangenti pagate da alcune imprese fornitrici per lavorare in Fiera a consulenti e quadri (in questo filone dell’inchiesta è stata contestata la corruzione tra privati).
Il collegio, presieduto da Fabio Roia, invece, ha stabilito che “le funzioni di amministrazione della società e di gestione dell’impresa rimangano in capo all’organo amministrativo di Fiera” e cioè al cda che, come mossa difensiva, già lo scorso 13 gennaio aveva rassegnato le dimissioni. Che, però, scatteranno formalmente soltanto dopo l’assemblea della società del prossimo 21 aprile che dovrà approvare il bilancio ed eleggere il nuovo cda. La Dda, dal canto suo, con il pm Paolo Storari anche dieci giorni fa ha ribadito la richiesta di commissariamento di tutto il gruppo fieristico, facendo presente che l’azzeramento del cda era stato soltanto “una mano di vernice e una perdita di tempo, perché ha un’efficacia differita”. I giudici, comunque, sono voluti intervenire ancora in alcuni settori, ampliando i poteri dell’amministratore giudiziario Piero Capitini, “per gli obiettivi di piena legalizzazione dell’azienda” e nello stesso tempo puntando, come si legge nel provvedimento, “a portare a compimento con velocità ed efficacia il lavoro fino ad oggi svolto”. Per raggiungere l’obiettivo, infatti, per il Tribunale è necessario, tramite il commissario, controllare l’audit interno e l’ufficio acquisti e fornitori, togliendo anche una serie di poteri al cda. Per il settore allestimento stand di Fiera e per Nolostand, intanto, resta il commissariamento fino all’11 aprile prossimo e per decidere se farlo proseguire o interromperlo è stata fissata dai giudici un’udienza per il 28 marzo.