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Giorno della memoria, Mattarella: “Non dimenticare le nostre colpe. Il germe dell’intolleranza si sparge ancora”

Il capo dello Stato è intervenuto nel corso delle celebrazioni previste al Quirinale per ricordare le vittime dello sterminio nazista. Alla cerimonia sono intervenute le massime autorità dello Stato: dal presidente del Senato, Pietro Grasso, alla presidente della Camera, Laura Boldrini. "Dobbiamo chiederci: com'è possibile che, sotto forme diverse, ancora oggi si sparga e si propaghi il germe della discriminazione?", ha detto il presidente

Ricordare i sopravvissuti, le vittime e gli eroi, ma non dimenticare le colpe del nostro Paese. È il fulcro dell’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel Giorno della Memoria. Il capo dello Stato è intervenuto nel corso delle celebrazioni previste al Quirinale  per ricordare le vittime dello Shoah.  Alla cerimonia sono intervenute le più alte cariche dello Stato: dal presidente del Senato, Pietro Grasso, alla presidente della Camera, Laura Boldrini. Presenti, tra gli altri, diversi ministri e la sindaca di Roma, Virginia Raggi.

“Rammentare e onorare – come è bene fare – i tanti giusti, le tanti azioni eroiche non cancella le colpe di chi, anche in Italia, si fece complice dei carnefici per paura, fanatismo o interesse. Pensare: Io non c’ero, non ero ancora nato, non può rendere estraneo al dovere di rispondere alla domanda posta da un fardello così opprimente; non libera la storia presente da una domanda così stringente e carica di angoscia: come fu possibile che nel cuore dell’Europa cristiana, l’Europa culla di civiltà, nella quale erano nati i diritti della persona, i principi di libertà, eguaglianza, fraternità, si infiltrasse un cancro tanto micidiale e distruttivo?”, ha detto Mattarella parlando ad una platea composta, tra gli altri, dai rappresentanti della comunità ebraica. In platea anche gli studenti provenienti da alcuni comuni delle zone colpite dal sisma del Centro Italia.

Il presidente ha anche ricordato i soldati italiani che dopo l’occupazione del nostro Paese da parte della Germania nazista deposero le armi e furono deportati nei campi di concentramento. “Nel Giorno della Memoria ricordiamo anche i 650.000 militari italiani deportati nei campi tedeschi, perché dopo l’8 settembre si rifiutarono di servire Hitler. E’ una pagina di storia, colma di sofferenza e di coraggio, che è parte integrante della Resistenza italiana e che non sempre è adeguatamente conosciuta. Anche per questo dobbiamo esprimere la nostra riconoscenza, profonda e convinta, per quei reduci dei campi di sterminio che ancora oggi ci raccontano e ci tramandano l’indicibile sofferenza patita. Le loro storie e le loro parole ci colpiscono, e ci chiamano, in maniera esigente, all’impegno e alla vigilanza”, ha aggiunto il capo dello Stato, che ha poi definito Auschwitz “un monumento contro l’orrore nazista. Ma è, e deve essere, anche la testimonianza consapevole, di quali sciagure sia capace di compiere l’uomo quando abbandona la strada della convivenza e della solidarietà e imbocca la strada dell’odio”.

“Intellettuali, filosofi, storici, artisti – ha continuato Mattarella – hanno dibattuto a lungo sulla reale impossibilità di descrivere pienamente, il sistema Auschwitz: il silenzio di Dio, evocato da Wiesel, l’esilio della parola di cui parla André Neher, non possono costituire però un ostacolo al nostro diritto-dovere di conoscere, indagare, studiare, riflettere. E prevenire. Nulla deve fermare la nostra volontà di ricordare, anche se ci provoca tuttora orrore e dolore”.

Secondo il presidente, poi, l’attuale fase storica rischia di somigliare da vicino a quella dello sterminio nazista a causa dei sentimenti di intolleranza che continuano a diffondersi. “Ancora oggi – ha detto – dobbiamo chiederci: com’è possibile che, sotto forme diverse – che vanno dal negazionismo, alla xenofobia, all’antisionismo, a razzismi vecchi e nuovi, al suprematismo, al nazionalismo esasperato, al fanatismo religioso – com’è possibile, ripeto, che ancora oggi si sparga e si propaghi il germe dell’intolleranza, della discriminazione, della violenza?”

Per questo motivo, ha concluso il presidente, “la giornata della memoria non ci impone soltanto di ricordare, doverosamente, le tante vittime innocenti di una stagione lugubre e ne fatta. Ma impegna a contrastare, oggi, ogni seme e ogni accenno di derive che ne provochino oblio o addirittura ne facciano temere la ripetizione“.

Nel giorno della Memoria si registra anche l’intervento del presidente del Senato Grasso, sulla sua pagina facebook. “Stück, che in tedesco significa pezzo. Un essere umano, la cui unica colpa era quella di non essere “ariano”, considerato alla strega di un rifiuto da smaltire. Di un pezzo di una folle e spietata industria della morte. La shoah è stata questo: un’atrocità difficile anche solo da immaginare che ha umiliato l’umanità nella sua intimità e lasciato segni indelebili di dolore e sofferenza. Non dobbiamo dimenticare. Mai”.