Lo ha detto ieri, lo ha ripetuto oggi: un listone unico con il Pd e Ncd di Alfano sarebbe un incubo e lui non farebbe mai parte di un simile progetto politico. Quel lui è Giuliano Pisapia, da molti indicato come il nome nuovo utile a convogliare i voti della sinistra delusa dal Pd renziano e quelli che non sono pienamente convinti da Sinistra Italiana. L’ex sindaco di Milano in passato aveva aperto a una possibile alleanza con Renzi, attirando su di sé gli strali di chi, all’interno di SI, non vuole sentir parlare di strategie comuni con l’ex Rottamatore. Pisapia, dal canto suo, non vede di buon occhio (eufemismo) gli alleati dell’ex premier: concetto espresso giovedì in un incontro pubblico col sindaco di Genova Doria e confermato con un tweet nel pomeriggio di oggi. “Per me, e non solo per me, sarebbe un incubo ed è folle solo pensarlo” ha detto Pisapia, che ha bollato il possibile listone con Renzi e Alfano come un progetto “irrealizzabile ed è folle pensarlo”. “Non so se Renzi pensi davvero a questo – ha spiegato l’ex primo cittadino di Milano – ma non lo penso io. Voglio un governo che faccia cose di sinistra in prospettiva guardando al paese e al futuro“.

Non si è fatta attendere la risposta del ministro degli Esteri: “No: zero assoluto. Io non soffro di incubi. Se ne ho avuto qualcuno, è stato migliore o peggiore ma non uguale a questo” ha scritto su Twitter Angelino Alfano rispondendo – come ha fatto Pisapia – ad Antonio Polito, che ha girato all’ex titolare del Viminale la stessa domanda rivolta all’exsindaco di Milano: “Ma lei ci starebbe in un listone unico con Renzi e Pisapia (il quale dice che per lui sarebbe un incubo?)”

Parole, quelle di Pisapia, che fanno seguito a quelle pronunciate nei giorni scorsi, quando in diverse occasioni ha spiegato il proprio punto di vista su alleanze, obiettivi e paletti del suo impegno politico. A partire dall’ipotesi di indire primarie all’interno del centrosinistra: Pisapia ha specificato che non si candiderà, ma “si metterà al servizio”. Alleanze? Anche in questo caso il confine per Pisapia è ben segnato: “L’alleanza non è tanto e non solo con il Pd ma con il civismo, le realtà locali che sono espressione di una comunità che vuole cambiare le sorti di questo Paese” ha detto l’ex sindaco, specificando che “il ‘campo‘ è l’obiettivo” e che “ora siamo in un cantiere in cui non è facile lavorare. Servono coesione e concretezza“.

Una concretezza che, per dirla in politichese, non significherà essere stampella di Matteo Renzi: “Io non ho fatto mai la stampella di nessuno, anche perché significa aiutare qualcuno che è in difficoltà a prescindere da quello che sta facendo” aveva detto Pisapia il 19 gennaio scorso, rimproverando a Renzi di guardare troppo a destra. La soluzione, invece, è strizzare l’occhio a sinistra, partendo intanto dalle amministrazioni di centrosinistra sul territorio. “Ci sono oltre 8000 comuni in Italia e gran parte di questi sono guidati dal centrosinistra – aveva osservato Pisapia – Possiamo partire da questa realtà per costruire qualcosa a livello nazionale“. La presenza e il ruolo del Pd, in tal senso, restano una condizione imprescindibile per la buona riuscita dell’iniziativa che, altrimenti, sarebbe irrealizzabile senza il Pd: “Rispetto ma non condivido chi a sinistra pensa che si possa cambiare il Paese senza il Pd, senza l’elettorato del Pd” aveva sottolineato Pisapia. Che in questi giorni ha ribadito il concetto e il suo no convinto a un listone unico con tutti dentro.

 

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