Si sono incrociati per caso fuori dal Bar Sport di piazzale Buozzi, al Pincetto di Sassoferrato, in provincia di Ancona. Secondo i testimoni ha urlato “ti ammazzo, ti ammazzo“, stringendo un coltello in mano. Poi è corso incontro ad Alessandro Vitaletti, 48 anni, professore di filosofia, fermo a fare benzina a un distributore e l’ha colpito con più di venti fendenti, uccidendolo.
Secondo gli investigatori, ad uccidere Vitaletti è stato Sebastiano Dimasi, 55 anni, un muratore calabrese ricercato dalle prime ore dopo il delitto. Si nascondeva vicino alla propria abitazione a Scheggia, in provincia Perugia, quando è stato catturato dai carabinieri. È stato portato nella Caserma dell’Arma a Sassoferrato, dove verrà interrogato dal pm Serena Bizzarri, che aveva firmato un provvedimento di fermo nei suoi confronti. L’uomo avrebbe ucciso il professore per gelosia, perché non sopportava la relazione che il docente aveva iniziato con la sua ex compagna. Dopo avere accoltellato Vitaletti, l’uomo è fuggito a bordo di un’utilitaria. Mentre il professore, ormai in fin di vita, chiedeva aiuto. I carabinieri hanno sentito fino a tardi ieri i clienti e il personale di un bar vicino e della stazione di servizio e le ricerche sono continuate tutta la notte. Le indagini, coordinate dalla procura di Ancona, sono condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo. Probabilmente domani l’affidamento dell’autopsia.
Vitaletti, padre di due ragazzi e docente nell’Istituto comprensivo di Serra San Quirico, è stato raggiunto da più colpi di arma da taglio al torace, alle mani e alle gambe, ed è morto durante il trasporto nel vicino ospedale di Fabriano. Per la piccola comunità di Sassoferrato, poco più di 7.300 anime nel cuore dell’Appennino marchigiano, oggi è il giorno del dolore. “La famiglia Vitaletti sta a Sassoferrato come quella dei Merloni a Fabriano, li conoscono tutti” dice la gente in piazza. I Vitaletti sono educatori e insegnanti da generazioni, socialmente impegnati nella vita cittadina, come il padre Domenico, storico preside di Sassoferrato, scomparso 10 anni fa, e la madre, professoressa in pensione, con la quale Alessandro viveva dopo la separazione dalla moglie.
Sconvolti gli allievi della scuola media “Don Mauro Costantini” di Serra San Quirico dove l’uomo insegnava. La notizia dell’omicidio ieri sera si è diffusa rapidamente nelle chat e sui social degli studenti, affezionati ad un docente arrivato solo a settembre, ma che in classe sapeva coinvolgerli anche sui temi più delicati della quotidianità. E in chat, spontaneamente, i ragazzi delle due classi hanno contattato la psicologa dell’istituto, che da lunedì sarà al loro fianco a scuola per aiutarli a superare il trauma.
Sconvolto il sindaco di Sassoferrato, Ugo Pesciarelli, che della famiglia della vittima è vicino di casa, e conosceva bene Alessandro. “Era un uomo riservato – dice all’Ansa – ma con diversi amici, stimato da tutti. Oggi è il giorno del dolore, mi stringo attorno ai familiari, alla madre, alla sorella, ai figli, cui esprimo il cordoglio mio e quello della comunità”. “Questa è una tragedia senza precedenti per il nostro paese. Ma eventi come questo – conclude – ci dicono che nessuno è immune dalle inquietudini del nostro tempo. Un sintomo che il superamento dei riferimenti morali che abbiamo vissuto fino ad oggi crea vuoti dagli esiti imprevedibili”.